Il giovane era stato arrestato l'estate scorsa. Messo di fronte alle prove evidenti della sua colpevolezza, aveva confessato.
Ad inchiodarlo, le testimonianze raccolte dai carabinieri e la comparazione del suo Dna con le tracce ematiche presenti sul luogo del delitto. I difensori dell'imputato, avvocati Basilio Brodu e Chiara Madia, a quel punto, avevano chiesto il processo con rito l'abbreviato, che prevede uno sconto di pena. Presente alla lettura della sentenza, il marito della donna uccisa, che vive a Posada con i due bimbi della coppia, di 5 e 11 anni. Insieme a lui, i parenti e gli avvocati di parte civile, Gianluca Sannio e Mara Lapia. A parlare è stata la nipote della vittima: «In Cina per un omicidio così efferato esiste la pena di morte, noi - ha detto - speravamo in una condanna pesante, ma in Italia ci sono altre leggi».
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