Roma, quarta notte della Legalità: 400 studenti per parlare di giustizia

Roma, quarta notte della Legalità: 400 studenti per parlare di giustizia
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Sabato 5 Maggio 2018, 20:53
Un fiume di studenti ha "invaso" i Tribunali di Roma, Napoli, Palermo e Genova che hanno aperto le porte alla Notte bianca della legalità. Seminari e dibattiti con magistrati, politici e attori per affrontare con i più giovani tematiche importanti come le droghe, l'immigrazione, la criminalità organizzata, la corruzione, la violenza di genere o il cyberbullismo.
A Roma, l'iniziativa ha visto la partecipazione di circa 400 studenti, divisi in tavoli di lavoro tematici ma che alla fine hanno preso parte ad un
«​processo per direttissima»​ inscenato da giudici e pm.
A promuovere la quarta edizione dell'iniziativa, l'Associazione nazionale magistrati, il cui presidente, Francesco Minisci, è intervenuto agli incontri organizzati nella Capitale. «L'investimento di energie e risorse nell'istruzione e per la giustizia sono indispensabili per la crescita del Paese - ha sottolineato il Capo dello Stato Sergio Mattarella nel messaggio inviato per l'occasione -. Lo sviluppo e la crescita sociale del Paese dipendono dalla capacità di rendere efficace il contrasto contro ogni violazione delle libertà dei cittadini».

Concetti su cui ha insistito anche la ministra Valeria Fedeli, rimarcando come «l'educazione alla legalità, e quindi alla cittadinanza, è un tema imprescindibile nella formazione delle nuove generazioni e prende le mosse proprio dalla conoscenza delle leggi, delle norme, del funzionamento dei sistemi che regolano un Paese».

Un richiamo a non cedere alla «rassegnazione» nella lotta alla mafia è arrivato dal guardasigilli Andrea Orlando, contro le quali accanto all'azione delle forze di polizia e delle istituzioni, serve «un'antimafia sociale». 

I temi più urgenti sul piano politico sono rimasti sullo sfondo, ma non sono stati del tutto elusi.
Interpellato dai cronisti, Minisci è tornato sul tema delle intercettazioni: «Noi ci siamo espressi in maniera netta sulla nuova riforma: è sbagliata perché danneggia le indagini e danneggia il diritto di difesa. Noi auspichiamo che il prossimo governo possa ripensarla, possa tornare alla situazione precedente». Auspicio opposto, invece, per la riforma dell'ordinamento penitenziario, che il presidente dell'Anm si augura venga approvata. Altra «emergenza», specie «in un periodo in cui l'allarme terrorismo è alto», ha ricordato Minisci, è quello della sicurezza degli uffici giudiziari, che «sono insicuri per l'obsolescenza delle delle strutture, per la loro inadeguatezza»
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