Norman Atlantic, dal governo ai soccorritori, il grande caos dei numeri

Norman Atlantic, dal governo ai soccorritori, il grande caos dei numeri
di Sara Menafra
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Mercoledì 31 Dicembre 2014, 05:53 - Ultimo aggiornamento: 11:06
L'enigma dei numeri dei dispersi e dei salvati non sembra destinato a risolversi. Anzi, nonostante il passare delle ore e dei giorni, non è ancora chiaro quante siano le persone che effettivamente sono state portate in salvo grazie all'intervento della Marina Militare italiana e dei soccorritori giunti nei pressi del traghetto partito da Patrasso sabato scorso e diretto ad Ancona. E tra le cifre diffuse dal governo e quelle annunciate ieri dalla procura di Bari c'è una differenza clamorosa di almeno 100 persone, che, se confermata, trasformerebbe l'incendio della Norman Atlantic in una delle più gravi tragedie del Mediterraneo.



A sollevare la questione è stato il procuratore capo di Bari Giuseppe Volpe nel corso della conferenza stampa di ieri mattina: «Facendo il bilancio tra il numero delle persone presenti sulla Norman Atlantic, 499 in tutto, i naufraghi soccorsi (310) e le 10 vittime accertate, restano 179 persone di cui non si hanno notizie certe ma che potrebbero essere su due mercantili greci che hanno partecipato ai soccorsi e che ora sono diretti verso la costa ellenica», ha detto, specificando: «Si tratta di due unità che puntavano verso la Grecia». In serata, la guardia costiera barese è anche più precisa e corregge i numeri. I sopravvissuti di cui si ha traccia certa sarebbero 308: 212 a bordo della San Giorgio, e non 214 come sembrava in un primo momento, e 96 già a terra, riportati nei giorni precedenti. Tra questi sarebbero conteggiati anche i 39 fino a ieri notte a bordo del mercantile Alby Jeanette che nelle prossime ore dovrebbe attraccare nel porto di Taranto, mentre non è chiaro se nel conteggio ci siano i 15 riportati in Grecia dalla nave Europa Cruise, come confermato dall'agenzia di stampa di Atene Amna news, anche se secondo l'agenzia Ansa questi ultimi sarebbero 69.



LA PROCURA

Il problema però è che la cifra confermata dal procuratore capo di Bari non coincide con quella che il governo ha diffuso fin dalla conferenza stampa di lunedì, e mai più modificato: stando a quel che risulta ai ministeri di Difesa e Trasporti, i «salvati» sono 427, 119 in più.



L'altro problema, il più grave, è che al di là delle dichiarazioni fatte dal procuratore capo, dell'esistenza di navi mercantili dirette verso la Grecia con a bordo 120 naufraghi non è stata data nessuna conferma. Fino a ieri sera, l'Italia non aveva ricevuto notizie da Atene di naviganti che avessero contattato le autorità locali spiegando di avere a bordo dei naufraghi, magari con una semplice comunicazione radio.

E' vero che le navi civili non hanno obbligo di segnalare alle militari alcunché ma il dubbio che altri naufraghi siano stati raccolti e siano in viaggio ieri circolava tra gli addetti ai lavori: «Qualcuno ci avrebbe contattato - dice un esperto - è passato molto tempo per farci considerare credibile che stiano semplicemene navigando. Ovviamente, la prudenza deve essere massima, aspettiamo di sapere ».



«80 NON TRA GLI IMBARCATI»

L'enigma potrebbe essere legato all'identità delle persone salvate: fin dal primo giorno, l'ammiraglio Giovanni Pettorino, della Capitaneria di Porto, ha dichiarato che «80 persone salvate non risultano nella lista degli imbarcati» e il ministro della Marina Mercantile greca Miltiadis Varvitsiotis ha alimentato i dubbi: «Non credo che i nomi sulla lista passeggeri fossero veri, abbiamo almeno due casi di persone registrate due volte».