Norman Atlantic, il volo della piccola Maria «Ho paura, dov'è mamma?»

Norman Atlantic, il volo della piccola Maria «Ho paura, dov'è mamma?»
di Valentina Chittano
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Lunedì 29 Dicembre 2014, 05:51 - Ultimo aggiornamento: 12:51
Si chiama Maria, ha dodici anni, e i suoi occhi sono pieni di lacrime. Ha freddo, troppo freddo. Le ore passate al gelo sulla nave in fiamme le lasceranno per sempre un segno profondo.





Quando ieri è arrivata con un elicottero alla base militare di Galatina, con lo sguardo cercava la mamma: «Dov'è?», ha chiesto ai militari. Poi di corsa all'ospedale di Copertino, dove è stata ricoverata con sintomi di ipotermia. Lì ha raccontato quello che aveva visto: «Stavo dormendo, siamo stati svegliati dalla sirena dell'allarme ed è stato un fuggi fuggi generale. È stato tremendo». In ospedale però non ha trovato i genitori. Il padre Michele, direttore di macchina e componente dell'equipaggio, non ha potuto abbandonare la nave. La madre Rosa, con il fratello, sono stati soccorsi anche loro e portati su un mercantile diretto in Puglia. La donna, con Maria e il fratello, erano andati in Grecia a trovare il marito per le vacanze di Natale: tutti insieme stavano tornando in Italia. A Molfetta, dove vivono. Poi l'incendio e quelle ore di terrore.



GLI ARRIVI

I passeggeri arrivati ieri in Puglia nel corso di tutta la giornata per il momento stanno tutti abbastanza bene, anche se molti hanno sintomi da ipotermia. Sono tutti stati visitati in tempi molto brevi e, quelli che non avevano particolari problemi. sono stati dimessi dagli ospedali. In particolare, come la piccola Maria, anche una bimba di cinque anni ricoverata all'ospedale Perrino di Brindisi.

All'ospedale Santa Caterina Novella di Galatina (Lecce), invece, la prima ad arrivare, insieme con i suoi due bambini, è stata Manhir, egiziana, incinta: la donna è stata visitata dai medici del pronto soccorso e poi, accompagnata da un infermiere, è stata fatta salire al reparto di Pediatria dove nel frattempo i suoi bambini avevano già familiarizzato con il personale in camice bianco.



LA TESTIMONIANZA

«Abbiamo avuto tanta paura - racconta la donna ormai tranquillizzata sullo stato di salute dei suoi piccoli - c'era tanto fumo e un caos pazzesco. Tra le fiamme e il mare agitato pensavo al peggio per me, i miei bambini e mio marito».



L'uomo è ancora sulla nave e non si hanno sue notizie. Tutta la famiglia stava rientrando in Svizzera. «Sul traghetto ci siamo accorti che qualcosa non andava - dice - quanto abbiamo avuto l'impressione che la nave si fosse inclinata su un lato. Poi il fumo, le fiamme, le voci sempre più allarmate dei passeggeri. Sono preoccupata per mio marito. Vi assicuro che su quella nave la situazione era veramente molto complicata. Gridavano tutti e non si riusciva a capire cosa fare. Ho avuto paura, veramente tanta paura».



LA VITTIMA

A Otranto, in serata, una motovedetta ha condotto la moglie del passeggero greco morto durante le operazioni di soccorso. «Lui non voleva gettarsi in mare dallo scivolo - ha raccontato la donna, sotto choc, ai suoi soccorritori. Aveva paura. Poi si è gettato in mare ma il militare che si era calato per recuperarlo non è riuscito ad agganciarlo». La donna è stata trasportata in ospedale per una serie di accertamenti. In ospedale anche due soccorritori rimasti feriti, giunti a Otranto a bordo della stessa motovedetta. «Lì è un inferno - dice uno dei due, militare della Capitaneria di Porto. «Abbiamo cercato di avvicinarci alla nave, ma un'esplosione ha coinvolto in pieno la motovedetta, danneggiandola. Il garage era pieno di auto e man mano che passa il tempo i serbatoi di benzina stanno esplodendo. C'è pure un'autocisterna completamente carica di olio. È un inferno».



IL ROGO CHE AVANZA

La paura per il rogo che avanzava emerge dalle poche parole di una donna siriana incinta che è stata tra le prime ad essere salvata con i suoi due bimbi piccoli e portata nell'ospedale di Galatina (Lecce). In un inglese stentato è stata capace solo di dire «fuoco, fuoco», mentre i suoi bimbi piangevano. «Sembrava il Titanic», hanno raccontato altre due sorelline greche portate nell'ospedale di Brindisi. Loro sono ormai in salvo, ma i loro genitori sono ancora a bordo. E purtroppo, la notte non è ancora finita.