In particolare, secondo il parere degli alti giudici amministrativi «non convincono appieno» le considerazioni espresse da Palazzo Chigi sull'adeguatezza dello schema di decreto per il bonus ai diciottenni. Il provvedimento di Palazzo Spada ricorda che il primo bonus era stato introdotto dalla manovra del 2016, poi attuata dal Dpcm 187/2016 che prevedeva il contributo di 500 euro per chi compiva diciotto anni nel 2016. Con la legge di Bilancio 2017, il bonus veniva esteso ai diciottenni dell'anno successivo, tramite un atto di modifica del decreto 187. L'ultima legge di Bilancio, invece, si è limitata a prevedere, nelle tabelle di stanziamento delle risorse finanziarie del Mibact per il 2018 e il 2019, uno spazio per rinnovare l'agevolazione. Questo, per il Consiglio di Stato non va bene perché, comunque, nelle tabelle di alcun ministero, compreso quello dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo «è dato rinvenire», scrivono i magistrati amministrativi, «alcuna previsione normativa ordinamentale che possa giustificare l'adozione dello strumento in questione».
Insomma c'è un “buco” da colmare e se c'è la volontà politica di farlo, si può iniziare a lavorare a una circolare in attesa di una misura normativa più “sostanziosa”.
Intanto, dopo che numerosi esponenti del Pd hanno bocciato in questi giorni l'intenzione di non rinnovare il bonus cultura per i 18enni, annunciata dal ministro dei Beni culturali Alberto Bonisoli, scendono in campo anche gli studenti. «Abbiamo sempre criticato aspramente il bonus cultura. Sin dalla sua approvazione abbiamo detto che era una misura iniqua e che non rappresentava veramente l'esigenza di spingere tutti i giovani indipendentemente dalla loro età anagrafica ad un accesso più incisivo alla cultura», sottolinea Giammarco Manfreda, coordinatore nazionale della Rete degli Studenti Medi. «Le parole del ministro Bonisoli ci lasciano però profondamente amareggiati. Non viene presentata un'alternativa valida ad una misura sbagliata come il bonus cultura, non viene affermato che si debba investire nel diritto allo studio e nell'accessibilità gratuita alla cultura».
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