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AZIONE VIOLENTA
Intanto, per Bettarini e i suoi familiari un avvocato dello studio Coppi ha preso contatti con la procura per seguire il procedimento. E sulla scrivania del pm è arrivata anche la denuncia relativa a un’altra aggressione meno grave nella discoteca a fine giugno, ma che non risulta collegata a quella di cui Bettarini è stato vittima. Per il gip - che nei giorni scorsi ha disposto per i quattro la custodia cautelare in carcere - Davide Caddeo, accusato di aver sferrato le otto coltellate, Alessandro Ferzoco, Andi Arapi e Albano Jakej, si erano «certamente» prefigurati che quel pestaggio e quei fendenti in «parti vitali» con una lama da 20 centimetri «avrebbero comunque potuto produrre conseguenze mortali», anche in considerazione della «loro superiorità numerica e della violenza della loro azione». Da qui l’accusa di tentato omicidio, ma anche quella di lesioni per i calci sferrati alla fidanzata di Bettarini che era intervenuta in sua difesa.
LA FURIA DEL BRANCO
Da quella «brutale aggressione», infatti, il diciannovenne è riuscito a salvarsi soltanto grazie all’intervento della fidanzata e di alcuni amici e, in particolare, di uno di questi che si è gettato nella mischia facendo in modo che, dopo l’ultimo fendente, la «furia aggressiva» del branco si placasse. Mentre le indagini proseguono per arrivare a identificare gli altri giovani che avrebbero preso parte al blitz violento, il pm Ramondini nelle prossime settimane dovrebbe chiedere il giudizio con rito immediato (si salta la fase dell’udienza preliminare) per i quattro che si trovano a San Vittore.
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