I pm della dda, che indagano sulla tratta, hanno delegato agli investigatori le ricerche dei trafficanti a cui i migranti hanno consegnato il denaro pagato per il viaggio. Oltre ai nomi di chi ha intascato i soldi, i superstiti hanno fornito le descrizioni degli altri componenti dell'organizzazione, prevalentemente libici, che si sono occupati delle fasi logistiche del viaggio. Elementi sufficienti, secondo gli inquirenti, a identificare chi gestisce la tratta. Uno dei nomi che ricorre più spesso nei racconti dei sopravvissuti - uno dei quali ha anche fotografato gli uomini del racket - è quello di Ermyas, cittadino libico contattato dalla maggior parte degli eritrei partiti per l'Italia. Parte delle testimonianze dei migranti scampati al naufragio è riportata nel provvedimento col quale il gip di Agrigento ha convalidato il fermo di Khaled Bensalam, il tunisino che i testimoni indicano come il «capitano», lo scafista che era, probabilmente con un connazionale morto, alla guida dell'imbarcazione. Nella misura il giudice assimila le modalità con le quali l'organizzazione di trafficanti gestisce la tratta all'azione dell'associazione mafiosa.
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