Napoli, quindicenne pestato da babygang. Il questore: assurda e immotivata violenza

Napoli, quindicenne pestato da babygang. Il questore: assurda e immotivata violenza
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Sabato 13 Gennaio 2018, 14:09 - Ultimo aggiornamento: 14 Gennaio, 12:44

Questa volta a farne le spese è stato Gaetano, 15 anni, al quale oggi è stata asportata la milza ormai compromessa dai tanti calci e pugni rimediati. Mentre un mese fa toccò ad Arturo, 17, che solo lunedì farà il suo ritorno a scuola. All'indomani dell'ennesima aggressione immotivata ad opera di una baby gang, Napoli si interroga sul fenomeno del branco. «Minorenni deviati», li ha definiti il questore Antonio De Iesu, lasciando intendere che ci saranno sviluppi a breve nelle indagini. «Stiamo sul pezzo - ha rassicurato - da ieri sera si stanno estrapolando immagini e ricostruendo i fatti. Abbiamo elementi investigativi su cui orientare le indagini».

Indagini cui, al momento, non ha dato un contributo la cittadinanza: «Anche questa volta - ha sottolineato con una punta di amarezza De Iesu - nessuno ci ha chiamato per raccontarci quanto successo». Gaetano, residente a Melito (Napoli), è stato aggredito e picchiato da un gruppo di una quindicina di giovanissimi nel tardo pomeriggio di ieri, poco dopo le 18.30, davanti alla metropolitana di Chiaiano, periferia del capoluogo, dove era in attesa di un bus. La vittima era in compagnia di due cugini che sono riusciti a scappare lasciandolo in balia del branco. «Gli hanno chiesto di dove fosse - ricostruisce oggi la madre - lui non ha risposto, ed è scattata la violenza». Nonostante il pestaggio, il ragazzino è riuscito a tornare a casa sulle proprie gambe. Ma in preda ai dolori, è stato successivamente accompagnato in ospedale dallo zio, dove gli hanno riscontrato lesioni alla milza operata oggi. Le indagini proseguono a tappeto: oltre a visionare le immagini delle telecamere di videosorveglianza, gli agenti potrebbero presto sentire la vittima del pestaggio. «Queste cose non devono più accadere - è l'appello della mamma di Gaetano - si deve fare giustizia. Mio figlio ha dovuto subire l'asportazione della milza ma poteva capitargli anche qualcosa di peggio. Non è possibile che episodi del genere si ripetano con tanta frequenza. La prossima volta, a chi toccherà?».

Il riferimento è al precedente di Arturo, accoltellato alla gola in via Foria lo scorso 18 dicembre, e che lunedì, anche se solo per qualche ora, tornerà a scuola. A sostegno di Arturo e per dire no a tutte le forme di violenza, in mattinata lungo le strade del centro di Napoli c'è stata la marcia degli ombrelli per la legalità. A sfilare i napoletani che non ne possono più dell'illegalità diffusa e che chiedono più controlli, più sicurezza, più vivere civile. Tra cori contro le autorità cittadine e striscioni, i manifestanti si sono disposti in cerchio, con i loro ombrelli colorati, i cartelli e la richiesta di una città tranquilla. Tra loro anche dei bambini al seguito dei genitori. Nel mirino una movida troppo spesso ostaggio dei violenti. «Ieri è toccato a un ragazzo - uno degli slogan più ripetuti - domani potrebbe essere il turno di un vostro figlio».

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