Gliel'avevano giurata da tempo, quella donna doveva essere uccisa prima o poi. Dava del tu a tutti, alzava la voce anche in presenza di altri capi, non voleva pagare il pizzo sulle piazze di spaccio del suo territorio, lì nel Conocal di Ponticelli.
Eccolo il movente dell'omicidio di Annunziata D'Amico, sorella di Giuseppe e Antonio, il primo dei quali conosciuto come «fragolella» per il tatuaggio al petto (icona familiare, riprodotta con vanto anche da altri affiliati). Nota nel quartiere come la «passilona», ritenuta reggente del gruppo criminale radicato nel rione Conocal, è stata centrata almeno cinque volte da un killer dal volto travisato.
Agghiacciante la dinamica dell'agguato.
Resta ferito ad una gamba anche il suo conoscente, quello con cui si intratteneva a parlare, ma si tratta di un colpo di risulta ad una gamba.
Classe '76, Annunziata D'Amico è un caso più unico che raro nel panorama criminale. Difficile trovare altre «madrine» ammazzate nelle decine di faide vecchie e nuove che insanguinano Napoli dalla fine degli anni Settanta. Finita l'opera, il killer torna sui suoi passi. Questa volta non corre, ha studiato il territorio, sa che non ci sono sentinelle e ha le spalle larghe, grazie alla copertura di altri soci fermi in auto con tanto di motore acceso. L'auto schizza. Fa anche in tempo a tamponare un altro veicolo, ma l'incidente non blocca la corsa. Spariscono i killer, la donna resta a terra nel suo sangue, la scena si svuota. Viene soccorsa pochi attimi dopo, è ancora in vita, viene portata in condizioni disperate all'ospedale Villa Betania, morirà subito dopo. Meno gravi le condizioni del ferito, il 40enne Ciro Gioia, colpito di striscio a una gamba e sottoposto a un interrogatorio al Loreto Mare. Inchiesta condotta dal pool anticamorra del procuratore aggiunto Filippo Beatrice, decisivi i primi accertamenti del commissario Vittorio Porcini e degli uomini della Mobile del primo dirigente Fausto Lamparelli. Indagine coordinata dai pm Henry John Woodcock e dai colleghi Antonella Fratello e Francesco Valentini, a loro volta titolari dei fascicoli sulla faida di Ponticelli.