A prima vista sul corpo dell'uomo, che sarà esaminato dal medico legale Alberto Furlanetto, coadiuvato dai periti di parte, non sono stati riscontrati segni di percosse; una delle ipotesi prese in esame è che possa essersi trattato di un malore fulminante. Di certo, secondo le dichiarazioni di vari testimoni, Mboyo, già noto alle forze dell'ordine per reati legati allo spaccio, al momento in cui è stato bloccato davanti al 'Safari club', locale frequentato dalla comunità africana, era in evidente stato di alterazione psichica. Ha cercato di opporsi in tutti i modi, ripetono i presenti, all'ordine di essere accompagnato in commissariato per la fotosegnalazione.
Gli agenti hanno riferito di aver agito secondo le regole e anche il questore, Tommaso Cacciapaglia, si dice tranquillo sull'operato dei suoi uomini. Sul perché l'africano abbia cercato di fuggire al controllo delle forze dell'ordine la risposta andrebbe ricercata nel fatto che Mboyo non aveva ottemperato al foglio di via ricevuto recentemente. Nel luogo dove l'uomo, conosciuto dagli amici come 'Baba Jach', è spirato sono stati depositati lumini e mazzi di fiori. Uno di questi è di Erika, la compagna diciottenne pordenonese al terzo mese di gravidanza.
«Da quando sapeva che sarebbe diventato padre aveva anche smesso di fumare cocaina - afferma - .Spero si faccia chiarezza, ho tanti dubbi».
Diversi connazionali del camerunense, che si sono affidati ad un legale, hanno annunciato l'intenzione di promuovere a Conegliano un corteo pacifico lungo le vie del centro per chiedere che sulla vicenda venga fatta piena luce. Nel frattempo la comunità africana sta facendo una colletta di casa in casa per raccogliere la somma necessaria per riportare in patria la salma dell'immigrato.
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