Monte Livata, il padre dei bimbi: «Un miracolo che siano vivi, sono degli eroi»

Emanuele Tornaboni
di Paola Vuolo
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Giovedì 2 Gennaio 2014, 10:50 - Ultimo aggiornamento: 10:51
​Grazie a tutti, a volte l’Italia funziona, non credevo di rivedere vivi i miei bambini, ed invece successo un miracolo. Manuel e Nicole ci hanno insegnato a sopravvivere. C’è ancora tutta la paura del mondo nelle parole di Emanuele Tornaboni, i suoi figli sono salvi, ma lui ancora non riesce a scacciare il pensiero della morte. «Ho pregato tanto, e credo che andrò a Lourdes per dire grazie anche alla Madonna, perché quello che è successo ai miei figli ha del miracoloso».



Può raccontarci che cosa è accaduto in quei momenti?

«Ero andato a sciare. Sono tornato al residence verso le 15.30, Alexia e i bambini non c’erano e non avevano mangiato a casa, mi è sembrato subito strano perché lei è sempre molto attenta su queste cose. La cameriera mi ha detto che erano usciti poco dopo di me, e ho incominciato a preoccuparmi. Ho provato a chiamare Alexia sul telefonino, ma era spento, a questo punto avevo la certezza che fosse successo qualcosa di brutto, l’incubo era incominciato».



Le ricerche sono scattate subito?

«Sì, purtroppo della mia famiglia non c’erano tracce, io continuavo a provare sul cellulare, ma risultava sempre spento».



Ha vissuto momenti d’angoscia.

«Certamente. E più passava il tempo, più la mia speranza di rivedere vivi i bambini diventava sottile come un filo. Sono troppo piccoli, temevo il peggio... Invece loro sono stati degli eroi, hanno superato la paura e sono riusciti a resistere a oltre 1.400 metri di altezza con meno 5 di temperatura, sono orgoglioso di loro, dei miei piccoli. Gli ho chiesto se avevano avuto paura, mi hanno risposto che si sono fatti coraggio a vicenda e che per riscaldarsi sono rimasti a lungo abbracciati. Quando li ho potuti finalmente rivedere li ho trovati tranquilli, non credo che abbiano davvero capito il rischio che hanno corso. Hanno preso la fase del salvataggio e dell’elicottero un po’ come un gioco, mi hanno detto che quando sentivano il rumore sulla loro testa pensavano che arrivassi io a salvarli. Spero che dimentichino questa brutta avventura il prima possibile».



Ha già potuto parlare con la sua compagna, Alexia?

«Ho visto Alexia solo per qualche minuto, non ha detto nulla della dinamica, è sotto choc, ma per fortuna anche lei è fuori pericolo».
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