E ferma sul nascere l'interpretazione delle sue parole in chiave critica nei confronti della politica.
«In questo momento rifiuto ogni atteggiamento di polemica - dice in un'intervista all'Ansa -. Il messaggio che vogliamo dare è di profondo dolore per le vittime, di vicinanza a chi sta soffrendo, e di richiamo al ruolo della giurisdizione».
«Come è possibile che si possa entrare armati in un tribunale, cioè in un luogo così sensibile e di tensione, come hanno dimostrato già eventi del passato? La risposta devono darla coloro che sono responsabili della sicurezza. Ma io mi chiedo anche come sia possibile che questo individuo si sia potuto muovere dentro il tribunale anche dopo aver sparato», ragiona Sabelli.
E alla domanda se la sicurezza dei tribunali faccia evidentemente acqua per i tagli che ha subito il settore della giustizia in questi anni, risponde che «i problemi sono molteplici. Ci sarà il momento dell'analisi, ma è indubbio che la qualità della sicurezza dei palazzi di giustizia dovrà essere sottoposta a un attento esame. Come Anm siamo andati nei tribunali e purtroppo abbiamo riscontrato vari problemi».
Per il leader dell'Anm non è comunque tempo di polemiche. E così liquida la questione sciopero sollevata da qualche magistrato sulle mailing list della categoria proprio sul nodo della sicurezza, dicendo che «non è il momento per affrontare temi che non siano quelli a cui mi sono già riportato. Il nostro pensiero ora va a chi ha perso la vita».
Mentre esprime «apprezzamento per il gesto di grande sensibilità e attenzione» che il capo dello Stato ha compiuto convocando un plenum straordinario del Csm sui fatti di Milano.
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