Milano, festa alla Scala per la Turandot: ma resta l'amarezza per la guerriglia

Milano, festa alla Scala per la Turandot: ma resta l'amarezza per la guerriglia
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Venerdì 1 Maggio 2015, 23:36 - Ultimo aggiornamento: 23:37
Le violenze dei black bloc hanno rovinato la festa alla Scala per la prima di 'Turandot', l'opera diretta da Riccardo Chailly e scelta per inaugurare Expo.

A livello istituzionale la serata, per tasso di presenze, ha superato persino quello della tradizionale prima del 7 dicembre, ma le facce non erano quelle sorridenti di sant'Ambrogio. La guerriglia urbana che ha messo a ferro e fuoco Milano per tutto il pomeriggio non poteva non varcare i cancelli, pur blindatissimi, del Piermarini, tanto che poco dopo l'inizio del primo atto dell'opera di Puccini, il sindaco di Milano Giuliano Pisapia ha lasciato il Palco Reale per correre a una riunione con il vicesindaco e alcuni assessori a palazzo Marino. Il primo cittadino ha poi fatto ritorno alla Scala dopo un'ora circa annunciando che il Comune è pronto a costituirsi parte civile. «È stata una giornata molto bella rovinata - ha detto Pisapia - da idioti e delinquenti». Il premier Matteo Renzi, accompagnato dalla moglie Agnese e dalla figlia Ester, non ha voluto commentare quanto successo nel pomeriggio, rimandando alla nota ufficiale di Palazzo Chigi, mentre il commissario unico di Expo Giuseppe Sala non ha negato che la «festa è stata rovinata», «un peccato in un momento come questo con tutto il paese raccolto intorno a Expo». Il ministro Dario Franceschini ritiene invece che «non sono poche centinaia di violenti che possono rovinare la festa», in sintonia con il ministro dell'istruzione Stefania Giannini, secondo cui «Expo è tanto grande che non è un episodio, pur grave, di violenza, che può rovinarla».
Ne è convinto anche il presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano, accolto al suo arrivo da un caloroso applauso, per il quale non è davvero il caso di preoccuparsi dei facinorosi: «ci mancherebbe altro - ha detto - abbiamo visto di peggio». Il sovrintendente della Scala Alexander Pereira preferisce vedere il bicchiere mezzo pieno: «Le violenze di oggi dimostrano che il tema di Expo è molto importante». L'ex premier Mario Monti pensa invece che proprio per il tema di Expo «gli scontri siano da condannare non solo nei mezzi e ma anche nel fine». I più colpiti da quanto successo oggi sono però i milanesi. Gabriella Dompè abita nei pressi di via Carducci e racconta di essere rimasta sconvolta dalla furia dei black bloc: «Mia figlia mi aveva chiesto di non venire stasera ma la migliore risposta alle violenze - ha detto l'imprenditrice - è essere qui». Anche alla Scala, comunque, il clima non è stato certo sereno: la piazza è stata blindata già alcune ore prima dell'inizio dell'opera e le misure di sicurezza sono state rafforzate più volte anche per alcuni falsi allarmi sull'avvicinarsi dei black bloc.
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