Milano, il gioielliere che ha ucciso il ladro: «Volevo solo difendere la mia famiglia»

Milano, il gioielliere che ha ucciso il ladro: «Volevo solo difendere la mia famiglia»
di Claudia Guasco
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Mercoledì 25 Novembre 2015, 10:12 - Ultimo aggiornamento: 17:52
«Non volevo assolutamente uccidere, volevo solo proteggere la mia famiglia». Lo ha detto il commerciante di gioielli Rodolfo Corazzo agli inquirenti dopo l'uccisione di un rapinatore avvenuta ieri sera a Lucino di Rodano, a pochi chilometri da Milano. «Stiamo indagando, e' in corso una battuta per cercare i complici fuggitivi», afferma il comandante provinciale dei carabinieri Canio La Gala.



MINACCE

Rodolfo Corazzo, cintura nera di karate, televenditore di gioielli, non e' indagato, ha sparato il primo colpo contro il muro della cucina e l'altro rispondendo al fuoco dei rapinatori. Due le versioni dei fatti, un rapinatore morto e un altro caso di difesa personale sfociato nella morte dell'aggressore. E’ successo in una villetta di via Matteotti a Lucino, frazione di Rodano (Milano). I ladri sono entrati nell’appartamento, hanno trovato dei soldi, dei gioielli che bnegava di avere e a quel punto l'hanno minacciato di morte: "Se non ci dici dove nascondi i preziosi uccidiamo te e la tua famiglia". I ladri hanno aperto il fuoco e il gioielliere ha reagito uccidendo uno dei tre ladri, di circa 30 anni. I suoi due complici, invece, sono riusciti a scappare.

Al momento della rapina in casa, la moglie e la loro figlia di 10 anni. Sentiti dei rumori sospetti, secondo una prima versione, l’uomo ha sparato un colpo in aria. A quel punto, però, i malviventi hanno risposto all’avvertimento aprendo il fuoco, con armi proprie e con una calibri 45 trovata a casa del gioielliere, Corazza ha sparato e ha ucciso uno dei malviventi.



PUGNI E SCHIAFFI

Stando alle ricostruzioni fatte sulla base delle dichiarazioni del padrone di casa, le cose sarebbero andate in maniera completamente diversa. Arrivato a casa col proprio motorino poco prima delle 21, mentre oltrepassava il cancello Corazzo è stato aggredito alle spalle da tre persone, che lo hanno colpito con pugni e schiaffi al volto e al collo. Dopo averlo strattonato, lo hanno costretto ad aprire la porta di casa e a spegnere le telecamere a circuito chiuso che sono all’interno della sua villetta a due piani. Con i rapinatori, incappucciati e con accento straniero, il commerciante ha cercato di essere collaborativo, secondo quando riferisce il suo avvocato, ma una volta dentro casa è scoppiato il conflitto a fuoco, la cui dinamica è ancora tutta da chiarire. Alcune delle armi utilizzate nella sparatoria sono di proprietà del padrone di casa, che di solito gira armato. Fatto sta che dopo un primo colpo sparato in aria dal commerciante, uno dei rapinatori ha reagito e risposto al fuoco. A quel punto il malvivente, di una trentina d’anni, è stato colpito: morto sul colpo. I suoi complici, invece, sono riusciti a fuggire.



"SI E' DIFESO"

“Erano a volto coperto, parlavano italiano ma con accento straniero e hanno aggredito il mio cliente – ha detto l’avvocato di Corazzo, Piero Porciani – Lui ha cercato di collaborare, ha chiesto che non fosse fatto del male alla sua famiglia ed è stato malmenato.
Ha sparato un colpo in aria, prima di sparare ad uno dei malviventi per difendersi”. Il legale, poi, ha fornito ulteriori dettagli su quanto è accaduto: “Stava cercando di mediare: ‘Io vi do quello che ho ma non fate male ai miei familiari’. Ma questo evidentemente non è bastato ai rapinatori” ha spiegato Porciani, secondo cui “i rapinatori avevano un’arma e poi ne hanno rubata un’altra. Il proprietario di casa ha esploso un colpo intimidatorio dopo aver subito anche delle percosse. Il ladro ha reagito e il mio assistito a sua volta ha sparato, colpendolo. Hanno minacciato di fare del male alla bambina – ha aggiunto il difensore – E’ una persona che tornava a casa dopo una dura giornata di lavoro e si è trovato in casa personaggi di questo tipo”.