Raid omofobo a Milano, scritte contro gay e pro Salvini. Il ministro: «Vigliacchi»

Raid omofobo a Milano, scritte contro gay e pro Salvini. Il ministro: «Vigliacchi»
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Domenica 16 Settembre 2018, 20:41 - Ultimo aggiornamento: 22:53
Sono una decina i bambini che già questa mattina si sono messi al lavoro per cancellare i segni del raid contro la Scuola Popolare di via Bramantino a Milano devastata e insudiciata da insulti contro gay e lesbiche, svastiche e slogan pro Salvini oltre al nome Allah scritto in arabo, anche se sgrammaticato come tutto il resto. Raid che risale probabilmente alla notte tra venerdì e sabato e che ha preso di mira un'associazione che organizza corsi e attività di sostegno per i ragazzi italiani e stranieri che vivono nel quartiere della periferia nord di Milano e che doveva riprendere le attività proprio ieri.

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A condannare l'episodio è stato lo stesso ministro dell'Interno, Matteo Salvini, che ha espresso «solidarietà alla scuola e a chi è stato colpito da questi vigliacchi. Omofobia, violenza e razzismo non fanno parte dell'Italia che voglio e per cui lavoro». Stamane, dopo i rilievi delle forze dell'ordine, i ragazzini, armati di scope, spugne e stracci, hanno aiutato a ripulire le pareti imbrattate con la vernice rossa usata per i corsi di pittura, e a rimettere ordine nei locali resi inagibili: sono pure stati ribaltati banchi e seggiole, danneggiati i mobili e i libri, i quaderni, i pennarelli e le matite e altro materiale didattico, sparsi ovunque sul pavimento.


«Ormai è un assalto al giorno. Ormai è sdoganato tutto. Tutto», ha affermato su Facebook Luca Paladini dei Sentinelli, che questa mattina ha fatto visita alla struttura, invitando le responsabili alla manifestazione IntolleranzaZero, che si terrà il 30 settembre in piazza Duomo a Milano. L'attacco, come si legge sui social, «nazi-fascista», «razzista» e «sessista» è stato condannato da molti. Primo tra tutti il sindaco Giuseppe Sala: «Attaccare una scuola che punta sull'integrazione significa voler ostacolare il futuro del nostro Paese». E ancora: «Non possiamo più tollerare gesti come questo: da milanesi continuiamo a credere in una città aperta, solidale e profondamente democratica».

Attacca il ministro dell'Interno invece l'assessore comunale alla Cultura Filippo Del Corno: «La scuola di cultura popolare ha subito un assalto intimidatorio di vigliacchi fascisti. - scrive su Facebook - che hanno lasciato firme anonime, perché sono vigliacchi, ma politicamente perfettamente identificabili. Questo è il risultato delle politiche di ordine pubblico del Ministro dell'Interno Salvini, a cui, riconoscenti, questi criminali inneggiano».

«Aiuteremo quell'esperienza - aggiunge l'assessore alle politiche sociali Pierfrancesco Majorino - ad andare avanti senza paura». «Non vorrei che la sinistra urlante - replica il titolare del Viminale - faccia la stessa figura di quando mi ha accusato per le uova tirate alla nostra atleta, l'azzurra Daisy Osakue (la primatista italiana under 23 di lancio col disco, ndr) e poi si è scoperto che erano dei ragazzi cretini alcuni genitori dei quali erano del Pd».
Tanti gli attestati di solidarietà, provenienti da tutta Italia ai volontari e ai ragazzi della scuola. Tra questi quello dell'Anpi provinciale: «Contro questo luogo di solidarietà - ha commentato il presidente della sezione milanese, Roberto Cenati - si è scagliata la violenza dell'intolleranza e del razzismo».
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