Nave Diciotti, trattativa tesa con Ue
per lo sbarco dei 177 migranti

Nave Diciotti, trattativa tesa con Ue per lo sbarco dei 177 migranti
di Michela Allegri
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Domenica 19 Agosto 2018, 09:32 - Ultimo aggiornamento: 13:30
Dopo quattro giorni al largo di Lampedusa, la nave Diciotti della Guardia costiera italiana, che ha soccorso 177 migranti in acque maltesi, non riceve indicazioni per raggiungere un porto sicuro. Dopo il niet della Valletta, la richiesta di attracco è stata rivolta al Viminale, che non ha ancora dato istruzioni, irritato per l'intervento di soccorso effettuato senza preavviso e considerato da Malta addirittura un'interferenza ingiustificata. Intanto, scende in campo anche la Farnesina. Fonti governative fanno sapere che il ministro degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi, ha iniziato a cercare un dialogo con l'Ue per raggiungere una soluzione condivisa, sul modello dell'accordo trovato per la nave Aquarius, con la suddivisione dei naufraghi tra sei Stati membri. Trovare «una soluzione europea coordinata in tema di lotta contro i trafficanti di essere umani e di accoglienza di chi ha diritto di asilo nell'Ue» è un tema che trova l'Italia «in sintonia» con Francia e Germania, ha dichiarato il titolare della Farnesina a proposito della telefonata di due giorni fa tra il presidente Emmanuel Macron e la cancelliera Angela Merkel. Nel frattempo, però, un porto sicuro per la Diciotti ancora non c'è. La linea del ministro dell'Interno Matteo Salvini è netta: la nave resterà in mare finché non ci sarà una collaborazione a livello europeo. Già due giorni fa il portavoce della commissione Ue aveva dichiarato la disponibilità «a dare pieno sostegno all'Italia». Ma non sarebbero ancora arrivate iniziative concrete. Sul caso è intervenuto anche il Garante delle persone detenute e private della libertà, Mauro Palma, chiedendo informazioni urgenti e ipotizzando una violazione dei diritti. A bordo della nave ci sarebbero 11 donne e alcuni bambini.
LO SCONTRO
Intanto, lo scontro con La Valletta diventa sempre più acceso. È culminato ieri pomeriggio, quando Salvini ha dato la notizia dell'avvistamento di un'altra imbarcazione con una settantina di migranti in acque maltesi: «Immagini esclusive di un gommone con 70 immigrati, scafista alla guida e motore potente, in acque maltesi - ha scritto su Twitter - Qualcuno si degnerà di intervenire o li manderanno ancora una volta in direzione Italia?». Il riferimento è proprio al caso «Diciotti», visto che, secondo la ricostruzione della Guardia costiera italiana, La Valletta, per tutto il giorno di Ferragosto, avrebbe evitato di assistere il barcone di profughi alla deriva, poi soccorso dalle nostre motovedette. Una versione che i maltesi smentiscono: a loro dire, l'imbarcazione non era in difficoltà e l'intervento italiano sarebbe stato ingiustificato. Circostanza fatta valere dalla Valletta nel rifiutare di concedere l'attracco. La replica al tweet di Salvini è arrivata proprio dal governo di Malta, che ha annunciato di avere già portato a termine la nuova operazione di salvataggio di 61 migranti. «Noi la nostra parte la facciamo e Malta ha appena salvato 61 vite. Adesso fai la tua e apri i porti italiani alle 171 persone a bordo della vostra nave», ha risposto al vicepremier italiano il portavoce del governo della Valletta. Nelle stesse ore, la motovedetta della Guardia costiera libica ha intercettato - in acque libiche - una piccola imbarcazione in difficoltà, con una ventina di migranti a bordo.
LE ONG
Nel frattempo la nave Aquarius, dell'ong Sos Mediterranee, protagonista del penultimo braccio di ferro tra Malta e Italia, ha dovuto lasciare La Valletta per ritornare nella base di Marsiglia e chiedere l'iscrizione al registro navale di un paese diverso da Gibilterra, visto che le autorità marittime britanniche hanno annunciato la revoca dell'autorizzazione. Nel porto maltese, oltre alla Sea eye e alla Sea Watch, resta anche l'imbarcazione della tedesca Lifeline, da due mesi sotto sequestro in attesa della definizione del processo al comandante per un soccorso ritenuto illegittimo. La ong, però, ha annunciato su Twitter l'imminente ritorno alle operazioni di salvataggio con una missione segreta: «Abbiamo trovato una nuova nave sostitutiva, ma a causa dell'intralcio illegittimo del salvataggio marittimo da parte di vari stati membri, non possiamo fornire ulteriori informazioni prima che la nave sia arrivata in acque internazionali».
 
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