Migranti, entro l’anno 220mila sbarchi. Piano Viminale: cure solo in mare

Migranti, entro l’anno 220mila sbarchi. Piano Viminale: cure solo in mare
di Valentina Errante e Sara Menafra
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Giovedì 29 Giugno 2017, 00:00 - Ultimo aggiornamento: 07:31

ROMA Le date non sono casuali: la sfida del governo all’Europa non viene lanciata soltanto all’inizio dell’estate che, appena arrivata, ha già fatto crescere in modo preoccupante il numero degli sbarchi. L’ipotesi di chiudere i porti a tutte le navi che raccolgono naufraghi e bloccare il sistema di accoglienza prende consistenza all’indomani dei ballottaggi, quando il sistema è già al collasso e il nuovo fronte di scontro con i sindaci appena eletti costituisce una certezza per il governo. E non è un caso neppure che palazzo Chigi abbia scelto la via più ufficiale per la comunicazione all’Ue, quella diplomatica, invece di quelle politiche dei vertici europei, finora risultati infruttuosi. L’annuncio è stato accolto malissimo da Bruxelles e questo ha acceso ancor di più gli animi: non c’è ancora una direttiva, ma, a fronte della replica della commissione, il governo sembra deciso a tenere il punto, pronto anche ad accettare un’eventuale procedura di infrazione. Le modifiche al Trattato di Dublino, richieste da anni, non sono arrivate, i ricollocamenti sono falliti e l’emergenza continua ad essere tutta italiana, dicono dal governo. L’obiettivo è fare in modo che, di qui in avanti, le navi delle ong europee sbarchino nei porti di origine i migranti soccorsi. 

L’ASSISTENZA IN MARE
Ai migranti non verrebbe negato il soccorso: nel rispetto dei trattati internazionali, riceverebbero cure mediche e cibo, sulle navi che li hanno salvati, al momento in maggioranza gestite da organizzazioni non governative. Ma per le imbarcazioni delle ong l’attracco nei nostri porti e il diritto di sbarcare altre migliaia di persone non sarebbe più automatico. Del resto sono i porti maltesi i più vicini alle acque libiche. Sul piano del diritto, dunque, l’Italia, potrebbe fare valere le sue ragioni, considerando la territorialità delle navi in mare. 

L’EMERGENZA
Sono già 76.873 dall’inizio dell’anno i migranti sbarcati in Italia, il 13% in più dell’anno precedente quando arrivarono a quota 181mila. Negli ultimi quattro giorni a far scattare l’allarme è stato l’arrivo di più di 10mila persone insieme, un numero senza precedenti. Per di più, è il sistema dell’accoglienza ad essere ad un passo dal tutto esaurito. Al momento, le persone ospitate da strutture italiane sono 180mila, su un piano per l’intero anno di 200mila. Una quota che ormai tutti gli analisti ritengono sarà superata, tanto che si sta già resettanto il sistema su una previsione di 220mila posti letto. Nel frattempo, davanti alle coste libiche, che vanno da Zuara a Misurata e da dove partono oltre il 90% dei migranti sbarcati in Italia, ci sono ogni giorno decine di navi militari e imbarcazioni delle Organizzazioni non governative. Al momento sono attive due missioni militari per la sicurezza, una italiana, “Mare Sicuro”, guidata dalla Marina, e una europea, “Sophia” - alle quali vanno aggiunti i mezzi di Frontex, della Guardia Costiera e della Guardia di Finanza. Ma a gestire i soccorsi sono sempre di più le organizzazioni non governative. Nel 2016, le Ong hanno recuperato complessivamente 46.796 migranti, più del doppio di quanti ne avevano soccorsi l’anno precedente (20.063)E nei primi 4 mesi del 2017 hanno salvato 12.646 persone, il 35% del totale. 

IL PRIMO STOP
Il governo pensa dunque ora a tenere le navi umanitarie fuori dai porti italiani almeno per un periodo, forte del fatto che un antecedente c’è. Era il 2004, ministro dell’Interno Giuseppe Pisanu, quando la Cap Anamur, nave dell’omonima associazione umanitaria tedesca con 37 migrati a bordo salvati nel Canale di Sicilia, fu al centro di un estenuante braccio di ferro diplomatico tra Italia, Malta e Germania. Dopo tre settimane in mare ed estenuanti trattative, il capitano decise di forzare il blocco, sbarcando a Porto Empedocle. Ma, al momento dell’attracco, il comandante, il primo ufficiale e il presidente dell’associazione furono arrestati con l’accusa di favoreggiamento aggravato dell’immigrazione clandestina e rilasciati pochi giorni dopo.
 
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