Papa Francesco, due anni dopo la visita a Lesbo nulla è cambiato: 7mila migranti in condizioni disumane

Papa Francesco, due anni dopo la visita a Lesbo nulla è cambiato: 7mila migranti in condizioni disumane
di Franca Giansoldati
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Mercoledì 11 Aprile 2018, 19:42 - Ultimo aggiornamento: 20:46
Quando Papa Francesco e il Patriarca Bartolomeo avevano visitato il campo di Moria, sull’Isola di Lesbo, praticamente una prigione a cielo aperto per i migranti sbarcati dalla Turchia, molti dei quali in fuga dalla Siria, avevano lanciato un appello disperato all’Europa chiedendo di risolvere quella situazione disumana. A due anni di distanza per via delle restrizioni imposte dall’accordo tra Unione Europea e Turchia, che di fatto blocca queste persone sulle isole greche, il campo di Moria a Lesbo è ancora «pericolosamente sovrappopolato». A fotografare le condizioni generali del campo è l’associazione Medici Senza Frontiere che conteggia di «più di 7.000 persone intrappolate in questa area progettata per ospitarne 2.300, con una media di 70 nuovi arrivi dalla Turchia al giorno, nella maggior parte dei casi donne e bambini. Nel campo, inoltre, non ci sono sufficienti docce e servizi igienici, l’accesso all’acqua è scarso».

La stessa cosa accade sull’isola di Samos, che ospita 1.500 persone che vivono in un campo che ne potrebbe ospitare al massimo 700, con centinaia di persone che dormono in tende senza alcun tipo di riscaldamento e in scarse condizioni igieniche. Le pessime condizioni hanno anche causato in passato diverse morti.  I volontari denunciano il rischio di suicidi ed episodi di autolesionismo per la disperazione di intere famiglie arrivate da Paesi come Siria, Afghanistan e Iraq.
 
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