Migranti, bozza vertice Ue: si accelera sui rimpatri. Ma sui ricollocamenti restano le divisioni. La Francia blinda le frontiere

Migranti, bozza vertice Ue: si accelera sui rimpatri. Ma sui ricollocamenti restano le divisioni. La Francia blinda le frontiere
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Sabato 13 Giugno 2015, 08:49 - Ultimo aggiornamento: 14 Giugno, 09:44

Nella bozza delle linee guida per il vertice dei leader Ue del 25 e 26 giugno, di cui l'agenzia Ansa ha preso visione, si accelera sulla politica dei rimpatri dei migranti economici. Nel testo si prevede «la mobilitazione di tutti gli strumenti per promuovere le riammissioni dei migranti economici illegali nei Paesi di origine e transito».

Tra i vari punti, «il rafforzamento del ruolo dell'agenzia per il controllo delle frontiere Frontex; una velocizzazione dei negoziati con i Paesi Terzi (non solo quelli in prima linea); lo sviluppo di regole nel quadro della convenzione di cooperazione di Cotonou; il monitoraggio dell'attuazione degli Stati membri della direttiva sui rientri».

Si prevede anche «l'assistenza per l'attuazione degli accordi di riammissione, in particolare sviluppando gli strumenti per rinforzare i programmi dei rientri volontari e aiutare a creare posti di lavoro nei Paesi di origine».

Sull'argomento la Commissione europea ha preparato un documento che verrà presentato al consiglio Affari interni di martedì a Lussemburgo.

La Francia intanto schiera la polizia al confine con l'Italia a Ventimiglia per impedire l'accesso ai migranti irregolari. E dopo i 50 di ieri, oggi sono attesi altri 49 migranti in Liguria. Camionette della polizia nazionale francese sono comparse alla frontiera con l'Italia per bloccare il passo ai migranti senza documenti né permessi di soggiorno che premono per passare oltreconfine dopo essere sbarcati nel Sud Italia. Scene che ricordano quanto accaduto nel 2011 con centinaia di migranti fermi alla stazione e nelle piazze di Ventimiglia in attesa di espatriare.

Sulla vicenda è intervenuto il nuovo governatore della Liguria Giovanni Toti, che ha scritto ai prefetti per chiedere la sospensione delle assegnazioni: «Il caso che si sta verificando in queste ore a Ventimiglia è emblematico e dimostra l'indisponibilità della Francia e degli altri Paesi europei ad accogliere i migranti sbarcati in Italia. A farne le spese questa volta è una città ligure».

In un vertice in Prefettura presieduto dal prefetto Silvana Tizzano è stato deciso che saranno allestiti bagni e docce mobili vicino alla stazione per la notte e che un presidio mobile della Asl offrirà assistenza sanitaria. Non verrà invece aperto un centro di accoglienza, come nel 2011, perché i numeri non lo giustificano.

Le camionette sono comparse giovedì sera al valico di ponte san Ludovico fra Italia e Francia. Questa volta per fronteggiare una quarantina di profughi, in gran parte eritrei, che attendono il momento favorevole per passare. I migranti hanno trascorso la notte dormendo per terra, assistiti dalla Croce Rossa che ha distribuito acqua da bere e generi di conforto. La mattina hanno pazientato, nel pomeriggio hanno invece improvvisato una manifestazione gridando slogan per la libera circolazione delle persone in Europa. Non vogliono tornare indietro, spiegano. Qualcuno ha minacciato di passare il confine via mare, a nuoto, ma poi ha desistito. Altri 150 profughi hanno bivaccato alla stazione ferroviaria. Il loro numero e sceso durante la giornata perché qualche sentiero per espatriare evidentemente è stato trovato.

Nel frattempo, la Prefettura di Genova ha spiegato che in Liguria sono arrivate ieri altre 50 persone distribuite in strutture di accoglienza: 50 a Genova, 5 a Savona, 20 a Imperia, 15 alla Spezia. Oggi sono attesi altri 49 migranti, anche loro divisi su tutto il territorio ligure: 12 a Genova, 10 a Savona, 17 a Imperia, 10 a Spezia.

Strada sempre più in salita intanto per la proposta della Commissione Ue sui ricollocamenti urgenti da Italia e Grecia di 40mila siriani e eritrei, richiedenti protezione internazionale. Di fronte alle resistenze di numerosi Paesi rispetto all'obbligatorietà del meccanismo, la presidenza lettone del Consiglio europeo (che finora non ha fatto il lavoro tecnico per far avanzare il dossier) mette sul tavolo della riunione dei ministri degli Interni di martedì, un invito a presentare proposte alternative sul meccanismo, «prendendo in considerazione le preoccupazioni emerse».

Fonti rivelano l'intenzione di far circolare, in modo informale, in una sorta di primo test, idee e scenari, su cui trovare un compromesso al vertice dei leader del 25 e 26 giugno. Si pensa a proposte «win-win», dove vincono sia gli Stati in prima linea, alle prese con l'emergenza, ma anche quelli che non vogliono perdere consenso politico nazionale, «facendosi imporre un nuovo diktat da Bruxelles».

Ma l'esecutivo Ue si dice pronto «a difendere il suo piano fino all'ultima parola», obbligatorietà compresa. Il presidente Jean Claude Juncker ammonisce: «Se la solidarietà europea ha una chance di manifestarsi con fermezza e generosità è sull'immigrazione». Non si parla di quote, afferma. «I governi devono ripartirsi in modo equo e solidale chi chiede protezione internazionale. Persone che non possono essere lasciate alle sole cure di Italia, Grecia, Spagna e Malta. È un problema di ciascun europeo».

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