Il provvedimento nasce da un'indagine avviata nel 2016 dai carabinieri della Compagnia di Patti che hanno accertato, anche attraverso riprese video, una cronica, diffusa e generalizzata abitudine degli indagati, dipendenti a vario titolo del Comune, ad allontanarsi per motivi personali dall'ufficio. I dipendenti finiti sotto inchiesta evitavano la timbratura dei cartellini o della scheda magnetica in modo da non far risultare i periodi di assenza dal lavoro e subire le decurtazioni di stipendio. Nel complesso gli inquirenti hanno accertato 650 assenze arbitrarie per un ammontare di oltre 12.500 minuti.
Tra i 16 destinatari della misura cautelare figurano, tra l'altro, 3 dirigenti, rispettivamente delle area tecnica, amministrativa ed economico-finanziaria, che rispondono in concorso con gli altri perché avrebbero omesso di controllare i colleghi.
I carabinieri hanno svelato l'esistenza - scrive il gip - di un vero e proprio «sistema fraudolento e patologico» ai danni della pubblica amministrazione, sviluppatosi e rafforzatosi nel tempo in un contesto di «anarchia amministrativa». Al Comune di Ficarra l'azione dei pubblici dipendenti era svincolata da qualsiasi forma di controllo. Un sistema di malaffare che per i suoi caratteri di pervasività e diffusione non poteva che realizzarsi e reggere nel tempo attraverso atteggiamenti di complicità tra controllori e controllati «in un clima di cronico disinteresse per le funzioni pubbliche svolte e di totale assenza di senso del dovere», scrivono i carabinieri.
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