Melania, impronte di donna
sul sangue accanto al cadavere

Melania Rea e Salvatore Parolisi
di Teodora Poeta
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Lunedì 19 Settembre 2011, 14:40 - Ultimo aggiornamento: 19 Ottobre, 19:52
TERAMO - Si torna a parlare di donne nell’inchiesta sull’omicidio di Melania Rea. In particolare di una donna che il giorno delle delitto, quel 18 aprile, potrebbe aver lasciato le proprie impronte sul ballatoio in legno dello chalet a Ripe di Civitella, in provincia di Teramo, sul sangue ancora fresco di Melania. Due misteriose impronte di un piede che misura 37 centimetri, massimo 38. Indizi blindati dalla Procura teramana, che ha ereditato il fascicolo sul delitto per competenza territoriale da Ascoli Piceno, le cui immagini non sono mai circolate fino ad oggi.

Ma chi potrebbe aver lasciato quelle due impronte?



Un’ipotesi è che si tratti di una donna presente durante l’omicidio della giovane mamma di Somma Vesuviana, avvenuto tra le 14,30 e le 15,30 del 18 aprile. A breve saranno i Ris di Roma a dover rispondere ai quesiti degli inquirenti teramani e spiegare a chi potrebbe appartenere quella piccola impronta lasciata sul ballatoio di legno, lì a poca distanza da dove è stato ritrovato il cadavere di Melania il 20 aprile, due giorni dopo la scomparsa. Quelle impronte sono certamente molto più piccole del 43 che ha Salvatore Parolisi, il marito sotto accusa per l’omicidio di sua moglie.



Ma non sono impronte complete perché chi le ha lasciate sul luogo del delitto camminava in modo accorto, quasi in punta di piedi. Probabilmente temeva di calpestare indizi che avrebbero potuto incastrarlo. Anzi, incastrarla. E ora le sue stesse impronte, lasciate involontariamente, sono diventate a sua volta indizi che potrebbero cambiare completamente lo scenario.



«Se dovesse risultare che le impronte, i capelli e il Dna non appartengono a Melania, vorrà dire che la Procura ha ancora molto da indagare - sostiene uno dei difensori di Parolisi, l’avvocato Walter Biscotti -. Noi ci stiamo battendo per far sì che venga imboccata la pista giusta per scoprire il vero assassino di Melania e scagionare Salvatore». La difesa la scorsa settimana ha presentato richiesta di incidente probatorio per stabilire con certezza ora e data del decesso di Melania. Entro oggi i Pm dovranno presentare le proprie deduzioni.



Il nuovo indizio arriva all’indomani del ripetersi di accuse verso il caporalmaggiore da parte della famiglia della vittima. «Salvatore, aveva già ucciso Melania con i tradimenti. L’ha uccisa dentro... facendola diventare anche anoressica». Questa la pesante accusa lanciata l’altro giorno in Tv dalla mamma di Melania Rea, Vittoria. «Voglio la verità - ha affermato Vittoria - se non l’ha uccisa lui perchè non lo dice? L’ho difeso fino adesso, ma ormai ho perso la fiducia in lui». La mamma di Melania Rea ha parlato anche della difficoltà di crescere la nipotina rimasta senza genitori a soli 20 mesi: «È contro natura- ha detto- che la nonna cresca la figlia di sua figlia».



«Salvatore deve parlare, deve dire la verità, deve dire cosa è realmente accaduto e dove si trovava quando è stata uccisa Melania. Lo deve dire anche per sua figlia Vittoria». Questo è stato l’appello accorato, fatto decine di volte dai genitori e dal fratello di Melania.



Un appello che il caporalmaggiore, secondo indiscrezioni, aveva raccolto ed era pronto a parlare, a raccontare la verità, la «sua» verità. Lo voleva fare il 20 luglio scorso in carcere, nel corso dell’interrogatorio di garanzia davanti al Gip di Ascoli, Carlo Calvarese, e al Pm Umberto Monti. Il caporalmaggiore aveva preparato una memoria scritta. Più volte Parolisi avrebbe tentato di aprirsi, di iniziare il discorso e altrettante volte sarebbe stato - il condizionale è d’obbligo - invitato dai suoi legali a riflettere ulteriormente prima di rilasciare qualsiasi dichiarazione.
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