L’obiettivo è rendere più trasparente l’accesso a una scuola di specializzazione, attraverso un concorso unico e nazionale che finalmente toglierebbe agli studenti di medicina l’imbarazzo di stazionare come volontari in un reparto, prima ancora del conseguimento della laurea, nella sola speranza di accattivarsi il benestare di qualche professore e avere quindi più possibilità di accedere a una scuola di specializzazione. Il decreto è pronto ed è stato inviato al Consiglio di Stato. A luglio la pubblicazione del bando.
LE NOVITA’
Le novità più importanti riguardano le modalità di partecipazione. Ben 56 sono le scuole di specializzazione di Medicina in Italia. La durata dei corsi varia a seconda dell’indirizzo. Il minimo è tre anni per medicina generale, il massimo è sei per le specializzazioni chirurgiche. In mezzo ci sono scuole come ginecologia e ortopedia che durano cinque anni. Gli esami per il prossimo anno accademico si terranno a ottobre. Ciascun candidato, al momento della domanda di accesso, potrà scegliere complessivamente fino a quattro scuole, anche appartenenti ad aree diverse (medica, chirurgica, servizi clinici). La prova scritta sarà telematica «per consentire una maggiore sicurezza – ha spiegato il ministro Giannini – e una correzione più veloce». Le domande, a risposta multipla, saranno 110. Di queste, settanta si concentreranno su argomenti caratterizzanti il corso di laurea in Medicina e chirurgia, delle restanti quaranta, dieci verteranno su specifiche materie della scuola di specializzazione scelta dal candidato e avranno un peso maggiore in fase di correzione: due punti per le risposte esatte, -0,60 per quelle sbagliate. A questo saranno aggiunti un massimo di 15 punti per i titoli conseguiti dallo studente. Dal prossimo anno, infine, i bandi per l’ammissione alle scuole di specializzazione saranno pubblicati entro il 28 febbraio e le prove si terranno dopo sessanta giorni.
I DATI
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