Manduria, lite per la lavanda dei piedi degli immigrati: due preti “a rapporto” dal vescovo

Manduria, lite per la lavanda dei piedi degli immigrati: due preti “a rapporto” dal vescovo
di Nazareno Dinoi
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Lunedì 2 Aprile 2018, 20:26 - Ultimo aggiornamento: 3 Aprile, 14:30

Il proverbiale silenzio della chiesa che non ama scandali o chiacchiericci sull’operato dei suoi vari componenti, si è mostrato più che mai valido in un periodo in cui lo scandalo getta ombre sui suoi apparati in uno dei periodi meno opportuni: la settimana Santa.

Il mancato svolgimento del rito del lavaggio dei piedi, nel giovedì di Pasqua, per la possibile presenza di immigrati tra i fedeli della chiesa di San Michele Arcangelo di Manduria, ha fatto scomodare la massima carica della curia, monsignore Vincenzo Pisanello, vescovo di Oria e Manduria che ieri ha voluto incontrare i protagonisti dell’imbarazzante vicenda. Il dialogo, rigorosamente a porte chiuse, si è concluso con una tirata d’orecchie ai due prelati i quali avranno dato le proprie giustificazioni di cui non si ha notizia.

Si conoscono invece i particolari della vicenda. A quanto pare nei preparativi della santa messa del giovedì Santo, durante la quale avviene il rito del lavaggio dei piedi ad un gruppo di prescelti parrocchiani, uno dei due padri, notoriamente più sensibile ai bisogni degli ultimi (è noto per la sua benevolenza nei confronti della comunità degli extracomunitari che vive a Manduria), aveva espresso il desiderio di invitare dodici immigrati assistiti dalla Caritas del posto. L’idea, però, non è piaciuta all’altro religioso che, a quanto pare poco incline al tema della solidarietà interraziale, si è imposto facendo saltare l’iniziativa.

L’incidente si sarebbe chiuso lì senza che nessuno ne venisse a conoscenza, se l’argomento non fosse stato sollevato dai due prelati proprio durante la funzione religiosa con uno che cercava di giustificare il mancato rituale e l’altro che, sentendosi in difetto, rispondeva con polemica facendo così scoprire le carte di un accordo che sino a quel momento era rimasto nel segreto della sagrestia.

I circa trecento fedeli che gremivano la chiesa sono rimasti senza parole e qualcuno di loro, appena tornato a casa, non ha perso tempo per scrivere su Facebook parole di sdegno per quanto era accaduto. È così iniziato l’acceso dibattito sul social, finito sui giornali e concluso con il richiamo del vescovo. Imbarazzante, infine, il silenzio di don Dario De Stefano, delegato manduriano del vescovo per “reggere” la parrocchia della chiesa San Michele Arcangelo in attesa della nomina di un nuovo parroco. Più volte contattato sulla vicenda, il giovane sacerdote che gode ottimi appoggi nella curia, ha preferito il silenzio risparmiandosi anche una doverosa difesa d’ufficio dei due suoi colleghi.

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