Gli arrestati sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di estorsione, rapina e lesioni personali, con l’aggravante di avere commesso il fatto con metodo mafioso, ovvero avvalendosi della forza di intimidazione connessa a un sodalizio di tipo mafioso e delle condizioni di assoggettamento ed omertà da essa derivanti”.
Secondo l'accusa i due ristoratori avrebbero imposto il pizzo a imprenditori del settore dei trasporti. Gli arrestati sarebbero stati incastrati dalle microspie piazzate dai Carabinieri proprio all'interno del loro ristorante.
Le indagini hanno consentito, tra l’altro, di evidenziare come «anche dal carcere Cosa Nostra riesca ad incidere nelle dinamiche imprenditoriali della Provincia palermitana», spiegano gli inquirenti.