il capo degli ultrà della Juventus accusato di tentata estorsione

il capo degli ultrà della Juventus accusato di tentata estorsione
di Claudia Guasco
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Giovedì 15 Marzo 2018, 19:35 - Ultimo aggiornamento: 16 Marzo, 15:22
MILANO Ha chiesto di essere interrogato in aula il capo dei Viking, gruppo ultrà della Juventus, Loris Grancini, imputato a Milano insieme ad altri due tifosi della curva bianconera. Stando all’inchiesta del pm Enrico Pavone, avrebbero minacciato il titolare di una società milanese di eventi sportivi per costringerlo «a procurare loro biglietti» con una «corsia preferenziale» per le partite della squadra bianconera. L’udienza preliminare, iniziata oggi davanti al gup Stefania Pepe, è stata rinviata al 7 giugno proprio per sentire Grancini, assistito dal legale Luca Ricci, e l’altro imputato Christian Mauriello (difeso dall’avvocato Marco Ventura).

GLI AMICI CALABRESI
Operaio, 45 anni, abile giocatore di poker, nel 1998 Grancini è scampato a una sparatoria rivelatasi poi un regolamento di conti in viale Faenza, nel quartiere della Barona. Il suo nome è comparso anche in altre due indagini: una sul suicidio di un capo ultrà a Torino e l’altra su presunte infiltrazioni della ‘ndrangheta nel marketing della Juventus.

Nel 2016 è stato colpito da un Daspo di 8 anni dopo alcune denunce per istigazione a delinquere e lo scorso dicembre è stato arrestato per l’esecuzione pena, perché deve scontare 13 anni e 11 mesi tra cui una condanna per tentato omicidio. Ora è accusato di tentata estorsione. Secondo le indagini della procura, la prima condotta intimidatoria nei confronti del titolare del punto vendita sarebbe avvenuta a fine aprile 2015 per la partita di Champions Juve-Real, dopo che la presunta vittima aveva dovuto annullare, per ragioni tecniche, l’emissione di 250 biglietti. Entrato in un punto vendita biglietti, insieme a Mauriello e a Christian Fasoli, altro imputato, avrebbe detto: «Bello alto qui, sai come brucia facilmente?».

Gli altri due con la loro presenza avrebbero, in pratica, dato «sicurezza» al capo ultrà.
Nel maggio dello scorso anno, poi, sempre Grancini si sarebbe presentato nel punto vendita per chiedere l’«emissione» di biglietti per la partita Juve-Crotone per «certi personaggi calabresi di Corsico», comune dell’hinterland milanese, e di fronte al diniego del titolare avrebbe risposto: «Vedi di farmeli recuperare, sbirro di m....». Sempre a maggio, infine, tutti e tre gli indagati avrebbero cercato di recuperare biglietti per la partita Roma-Juve con Grancini che nel punto vendita avrebbe anche mimato «il gesto del caricamento di un’arma da fuoco».
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