In città arrivano le pecore, gli abitani protestano: «I belati ci disturbano»

In città arrivano le pecore, gli abitani protestano: «I belati ci disturbano»
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Domenica 13 Maggio 2018, 22:02
MILANO Lissone, cittadina a venti chilometri da Milano con la più alta densità di mobilifici d’Italia, da qualche giorno è in subbuglio. A scatenare le polemiche - e le proteste dei cittadini - è l’arrivo di un grosso gregge di pecore impegnato nella transumanza: gli ovini, nella migrazione stagionale dai pascoli di pianura a quelli di montagna, si sono fermati a poche centinaia di metri di alcuni condomini, dove brucano e belano infastidendo gli abitanti. Tanto che numerosi lissonesi hanno bersagliato il centralino del Comune, sollecitando un intervento del municipio.
«IL BELATO CI DISTURBA»
Il gregge, composto da circa mille capi, si è fermato prima in alcuni terreni privati all’interno del “Bosco urbano”, il grande polmone verde della città, con l’autorizzazione dei proprietari dei campi. Quindi si è trasferito nel “pratone” di via don Bernasconi, terreno di proprietà pubblica a pochi passi dall’ospedale locale. E qui sono nati i problemi, con alcuni residenti che hanno reclamato perché la presenza delle pecore, oltre a sporcare il prato, impedirebbe loro di portare i cani nell’area verde.
Qualcuno ha pure protestato, sostenendo di essere disturbato dal belare degli animali. La polizia locale si è recata sul posto con i tecnici del municipio e ha effettuato un sopralluogo per verificare le condizioni degli animali e dei terreni. «E’ tutto in regola, il pastore ha chiesto i permessi necessari - assicura il sindaco Concetta Monguzzi - Ricordiamoci poi che la transumanza è candidata a essere tutelata dall’Unesco come patrimonio culturale dell’umanità». Inoltre, come chiarisce il comandante della polizia locale Ferdinando Longobardo, «non si può impedire al pastore l’accesso al pratone, il proprietario del gregge sta svolgendo la sua attività nel pieno delle regole: non serve alcuna autorizzazione comunale, ma solo una comunicazione all’Azienda di tutela della salute, che è stata fatta». Agli abitanti indispettiti, per calmarsi e prendere sonno, non resta che contare le pecore.
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