Leptospirosi, cinquantenne rischia la morte: cos'è la "febbre dei sette giorni"

Leptospirosi, cinquantenne rischia la morte: cos'è la "febbre dei sette giorni"
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Venerdì 28 Settembre 2018, 03:35 - Ultimo aggiornamento: 09:55
La leptospirosi, "febbre dei sette giorni", ha fatto lottare tra la vita e la morte un uomo il cui quadro clinico sembrava inizialmente senza speranza. Il paziente è stato ricoverato una decina di giorni fa all'ospedale di Torrette ad Ancona in condizioni gravissime in seguito alle complicazioni di una patologia che in poco più di una settimana l’ha condotto allo stato più avanzato, la sindrome di Weil, da cui statisticamente si salva una persona su due, come si legge sul Corriere Adriatico.

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L'uomo è un contadino di cinquant'anni e ha probabilmente contratto la leptospirosi, volgarmente detta la "febbre dei porcai", proprio sul posto di lavoro: la patologia è considerata una malattia professionale che colpisce chi lavora con animali potenzialmente infetti, in particolare maiali e cani, ma spesso viene trasmessa dall’urina dei topi. Il contagio avviene attraverso mucose o ferite sulla pelle, o in modo indiretto se a contatto con acque stagnati e carcasse infette.


Si tratta di una malattia rara, in Italia si parla di circa cento persone l'anno, che può sfociare in una forma più grave e pericolosa chiamata sindrome di Weil. «Il morbo di Weil, che comporta un’insufficienza multiorgano che coinvolge fegato, reni, polmoni e dà mortalità elevata. Il nostro paziente rientra in questa casistica: è arrivato all’ospedale in condizioni di malattia molto avanzate ed è stato necessario un approccio aggressivo in terapia intensiva, con intubazione e dialisi», ha spiegato il professor Marcello Tavio, direttore dell’Unità operativa di Malattie Infettive degli Ospedali Riuniti di Ancona.
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