Legittima difesa, il governo si divide: M5s frena. Bonafede: «No far west»

Legittima difesa, Bonafede: «Basta calvari per provare l'innocenza»
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Mercoledì 18 Luglio 2018, 17:27 - Ultimo aggiornamento: 19 Luglio, 16:39

Mentre cinque disegni di legge sulla legittima difesa sono stati incardinati in commissione Giustizia a Palazzo Madama, il ministro Bonafede interviene per spiegare che nessuna riforma «potrà portare alla liberalizzazione delle armi» disciplinate da disposizioni che il governo non vuole cambiare mentre il senatore M5s Francesco Urraro parla di necessità di un'analisi approfondita. Per Carfagna (Fi) la frenata è uno schiaffo agli elettori. La Lega precisa che nella proposta non c'è la liberalizzazione delle armi: «non vogliamo il far west». E Salvini dice: «totale sintonia con il ministro Bonafede».

Urraro, invece, frena. «Stamattina in commissione Giustizia sono state incardinate diversi disegni di legge in merito alla legittima difesa - spiega -. Altri ancora sono già stati preannunciati. In considerazione della delicatezza della materia trattata, della complessità e dell'impatto a livello sociale è necessaria un'analisi approfondita delle norme esistenti, dei testi presentati con attenzione e con saldi riferimenti nella giurisprudenza». E ancora: «Ciò è doveroso per il Movimento 5 Stelle, così da rendere la legge realmente efficace ma nella piena sicurezza dei cittadini. Il nostro sarà un lavoro scrupoloso, di sintesi e ragionato nel solco delle garanzie Costituzionali, senza muoversi sull'onda emotiva».


In serata l'intervento del ministro della Giustizia. Sulla legittima difesa, i cittadini non devono più essere sottoposti a «calvari giudiziari» per provare la loro innocenza. Lo ha sottolineato Alfonso Bonafede, intervenuto alla trasmissione Rai Agorà.

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«La legittima difesa - ha premesso - è un tema che riguarda la giustizia, non riguarda la sicurezza. Non diamo un pò di pistole in giro perchè la gente si difenda: questo è fuorviante. Nel momento in cui un cittadino è solo in casa davanti alla minaccia di un criminale, allora lo Stato ha già fallito in termini di sicurezza».

«I cittadini che spesso si difendono legittimamente - ha annotato il guardasigilli - oggi si sentono abbandonati dallo Stato perchè si trovano a dover fare tre gradi di giudizio per dimostrare la loro innocenza. Questo non ha da accadere più. Si deve provare più agevolmente la propria innocenza». Bonafede ha ricordato che si sta studiando la soluzione «insieme alla Lega però ribadisco: il punto è cercare che chi si è difeso legittimamente non debba attraversare un calvario».

Quanto alle indagini svolte dai pm, Bonafede ha detto: «Le indagini vanno sempre fatte nel caso in cui il criminale muoia per legittima difesa. Si tratta di dare a quel pm la possibilità di avere una legge da applicare più chiara di quella di ora. L'eccesso di legittima difesa sarà oggetto di revisione perchè è una delle zone di ombra. Va valutato se un cittadino si trova davanti ad un criminale e ha paura e non è in grado di valutare lucidamente se criminale è in grado di sparare».

Quanto agli impegni presi dal ministro dell'Interno con gli armieri, Bonafede ha precisato: «Questo non ha nulla a che fare con la legittima difesa. È un accordo con cui Salvini si impegna a interloquire sull'uso delle armi. È attività del ministro dell'Interno ma non riguarda la legittima difesa.Questo gioco per cui la legittima difesa è associata all' uso delle armi è pericoloso. I cittadini italiani si sentono abbandonati sia prima che dopo. Io voglio fare sì che tutti i cittadini possano avere risposte tempestive e senza costi che rendono la giustizia inaccessibile perchè gli italiani non denunciano più perchè non si fidano più dello Stato. La giustizia deve riacquistare credibilità. Il primo provvedimento sarà la legge anti-corruzione e sarà una svolta epocale. La lotta alla corruzione non sta portando a nulla, noi porteremo una svolta».

Sulla legittima difesa «c'è il rischio di legittimare persino l'omicidio se non si tiene conto del parametro della proporzionalità e della valutazione del caso concreto». Lo sottolinea Francesco Minisci, presidente dell'Anm, intervenendo a Radio Anch'io. «Credo - osserva Minisci - che la formulazione attuale dell' art. 52 che regola la legittima difesa sia sufficientemente chiaro e copra tutte le possibilità. Ogni intervento che si fa, deve essere fatto seguendo percorsi logici, senza farsi prendere dall'onda emozionale, o si fanno più danni di quelli che si vogliono evitare. In materia di legittima difesa abbiamo principi di base cardine dai quali non si può prescindere e che un legislatore lungimirante non dovrebbe toccare».

Spiega il presidente del sindacato delle toghe che «il criterio di proporzionalità deve rimanere tra offesa e difesa». E fa un esempio: «Se minaccio te verbalmente o minaccio la sottrazione di un bene, non puoi reagire sparando perchè è chiaro che questa proporzione non c'è stata. E poi si dice: il giudice lo mettiamo in difficoltà ma non si può prescindere dalla valutazione del caso concreto da parte giudice. L'apprezzamento del giudice deve analizzare, valutare ogni circostanza e poi determinarsi. Se non si tiene conto di questi due parametri, proporzionalità e la valutazione caso concreto, si rischia di legittimare perfino l'omicidio».

Sulla legittima difesa, dunque, come si conciliano le norme con la prassi? «La modifica dell'art. 52 - spiega il presidente dell'Anm Francesco Minisci a Radio Anch'io - fatta nel 2006 dall'allora ministro Castelli chiarisce questo aspetto perchè parla di domicilio, di legittima difesa nel caso di aggressione all'interno del domicilio e della possibilità di usare le armi quando c'è aggressione all'interno del domicilio. Una di queste proposte di legge che sarà discussa oggi invece va oltre».

Da qui l'appello di Minisci: «Riflettiamo su questo perchè rischiamo grosso.

Una di queste proposte di legge, addirittura, consente la possibilità di sparare ad un soggetto anche quando non sia in casa. In questo caso si dice addirittura che tornando la sera a casa mia, mentre io sto andando a casa e vedo un ladro che sta entrando, posso sparargli. Invito ad analizzare le possibili ricadute perchè ci sarebbero distorsioni enormi che con la legittima difesa c'entrano poco».

 

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