Perché siccome le telefonate di Flavio Briatore e Daniela Santanchè sui festini che proseguono anche nella residenza di Lesmo sono agli atti del processo su Ruby, i pm potrebbero disporre un supplemento di indagine per verificare se il reato contestato al premier sia stato reiterato. Cioè se altre minorenni abbiano partecipato a quelle feste a luci rosse già descritte nelle foto agli atti del processo. E raccontate nelle scorse settimane nelle conversazioni di persone molto vicine a Berlusconi.
Come Briatore, che lo scorso 3 aprile riferisce alla Santanchè che nonostante Ruby, il processo e le accuse, il premier organizza ancora serate piene di ragazze: «Non più lì ma nell’altra villa. Tutto come prima, non è cambiato nulla. Stessi attori, stesso film, proiettato in un cinema diverso. Come prima, più di prima. Stesso gruppo, qualche new entry, ma la base del film è uguale». La Santanchè commenta: «Ma perchè? Qui crolla tutto..». E Briatore lapidario: «E’ malato, Dani..».
Quelle telefonate, già agli atti dell’inchiesta genovese sulla presunta evasione fiscale di Briatore nella gestione del suo megayacht Force Blue, sono state trasmesse a Milano. E la loro pubblicazione, oltre a scatenare le reazioni indignate degli interlocutori e delle persone citate nelle conversazioni, da Lele Mora a Emilio Fede, hanno stimolato l’interesse degli inquirenti. Che adesso potrebbero incaricare gli stessi esperti informatici della Criminalpol che avevano lavorato sul caso Ruby, di svolgere lo stesso lavoro. Cioè scaricare i dati dei ripetitori che garantiscono il servizio di telefonia mobile intorno a Villa Gernetto per individuare gli intestatari delle utenze presenti in zona nelle sere in cui, presumibilmente, avvenivano i festini più recenti.
Dal punto di vista procedurale, i magistrati potrebbero sostenere l’esigenza investigativa di accertare la possibile continuazione di un reato - la prostituzione minorile - sul quale hanno indagato per mesi. Oppure, viceversa, potrebbero decidere di soprassedere per evitare le inevitabili polemiche politiche sulla violazione della privacy del capo del governo. Quel che è certo è che nelle schede di memoria dei ripetitori intorno a Villa Gernetto, a Lesmo, in Brianza, sono sicuramente archiviati i riferimenti dei telefoni che sono rimasti agganciati alla linea negli ultimi mesi.
E mentre gli inquirenti stanno decidendo se sia opportuno o meno acquisire quei dati, i legali di Briatore, Fabio Lattanzi e Massimo Pellicciotta, hanno depositato a Milano una denuncia per violazione del segreto istruttorio, dopo che alcuni quotidiani hanno riportato i testi delle intercettazioni. Oltre ai giudizi poco lusinghieri di Briatore sulle abitudini sessuali del premier, in quelle conversazioni veniva tirato in ballo anche Emilio Fede a proposito della somma che avrebbe trattenuto per sè sottraendola al prestito che Berlusconi aveva destinato a Lele Mora.
Così ieri, mentre la Santanchè rifiutava ogni commento dicendo che al telefono si è limitata ad ascoltare un amico, Fede ha accusato Briatore di aver detto falsità: «Pensavo fossero degli amici ed invece i peggiori nemici sono quelli che ti stanno più vicino. E’ stato un errore frequentarli». Fino a che in serata Briatore ha fatto sapere di aver presentato le scuse del caso: «Emilio è un mio amico da trenta anni e mi dispiace molto che sia successo tutto questo. Mi spiace davverO per lui e per la nostra amicizia. Gli ho chiesto scusa e credo che lui abbia capito. Ecco ci tenevo a non rovinare una amicizia di vecchia data».
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