Lanciano, individuati almeno tre rapinatori: il capo è un pugliese

I coniugi aggredito e rapinati
di Sara Menafra e Walter Berghella
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Mercoledì 26 Settembre 2018, 07:59 - Ultimo aggiornamento: 11:07

Non una frase di rito ma elementi concreti fanno pensare agli inquirenti della procura di Chieti di essere arrivati davvero ad una svolta: tre dei nomi della banda di cinque rapinatori che domenica scorsa ha aggredito in casa a Lanciano una coppia, massacrandoli di botte in cerca di soldi. Il gruppo sarebbe composto da rapinatori provenienti in parte dall'est Europa e in parte dalla Puglia, una banda «mista» che avrebbe sfruttato la conoscenza del territorio di gruppi che da tempo arrivano nelle Marche dal sud est del paese. L'indicazione sui nomi giusti è arrivata incrociando i ricordi della vittima di una precedete rapina che potrebbe essere stata messa a segno dalla medesima banda.

I TESTIMONI
«Sono le stesse persone che hanno aggredito me, ne sono sicuro. Anche se ho visto solo occhi dietro un cappuccio e voci, tutto combacia: il capo forse è un pugliese, e gli altri sono dell'Est Europa», ha raccontato agli investigatori della Squadra mobile, ora affiancati direttamente dallo Sco, il commerciante Massimiliano Delle Vigne, primo testimone dell'inchiesta. Un anno fa, in una rapina subita insieme alla moglie nella sua villa a Santa Maria Imbaro, alle porte di Lanciano. Troppe le analogie con il massacro di Carlo Martelli e sua moglie Niva Bazzan, mutilata all'orecchio destro. Anche altre vittime delle rapine, tutte violente, avvenute nell'ultimo anno si sono fatti avanti raccontando dettagli. Il commerciante Domenico Iezzi che in un'altra rapina è stato mutilato col taglio di un dito: «Uno aveva l'accento pugliese, non l'ho visto in volto ma la voce me la ricordo».

I familiari di Carlo Iubatti, che fu selvaggiamente picchiato e rapinato a Guardiagrele (Chieti) sono convinti che il gruppo sia lo stesso per la ferocia dimostrata: «La violenza feroce di queste rapine sembra quella che è stata usata contro di noi», dicono. L'incrocio dell'identikit fornito dal chirurgo e dalla moglie con le indicazioni di Delle Vigne hanno impresso la prima seria accelerazione all'inchiesta. Tre dei volti ora hanno un nome e cognome, manca il quarto e il «palo» che sicuramente aspettava il resto del gruppo non troppo lontano da dove l'automobile del medico è stata lasciata. Il posto è talmente strategico da confermare l'idea di una banda che sa come muoversi nella zona. Da quella biforcazione fuori Lanciano, infatti, è possibile prendere qualunque direzione: andare verso Napoli oppure spostarsi in direzione Adriatico.

L'AUTO SOSPETTA
Tra le possibili vie di fuga, incrociando i filmati di almeno trenta telecamere di sicurezza, è stata isolata anche un'auto sospetta che potrebbe essere stata usata per la fuga verso sud. Il punto della situazione è stato fatto ieri in Commissariato, a Chieti, dal questore Ruggiero Borzacchiello, che spiega: «Risultano 4 prelievi al bancomat Ubi banca per 1.700-1.800 euro totali. Sulle persone riprese non c'è ancora certezza riguardo ai volti». Intanto il chirurgo Martelli e la moglie, Niva, sono ancora ricoverati. La donna ha chiesto spiegazioni sull'accaduto ai medici e il responso è stato spietato: dell'orecchio mutilato è rimasto intatto solo il 20%. Ieri la coppia ha ricevuto la visita in ospedale del questore, Ruggiero Borzacchiello, e di Alfredo Fabbrocini, della Direzione centrale anticrimine dello Sco.
 

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