Lampedusa, le bare a Porto Empedocle
Domani vertice sulla missione umanitaria

Lampedusa, le bare a Porto Empedocle Domani vertice sulla missione umanitaria
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Domenica 13 Ottobre 2013, 21:13 - Ultimo aggiornamento: 14 Ottobre, 08:09

Missione mare sicuro prossima al decollo e domani in agenda a Palazzo Chigi vertice convocato da letta con i ministri della Difesa, degli Esteri e dell'Interno, per definire gli ultimi dettagli della missione militare-umanitaria nel Mediterraneo al fine di evitare nuove tragedie. Il giorno dopo l'annuncio del premier Enrico Letta - di un maggiore impegno italiano per arginare il dramma dei profughi sui barconi - la Marina militare fa sapere di essere pronta, con uomini e mezzi, ad affrontare l'emergenza che cresce di giorno in giorno. Il ministro della Difesa Mario Mauro - come ha anticipato in alcune interviste - è al lavoro sui dettagli dell'operazione che, ha detto, sarà operativa in tempi rapidissimi, già domani o martedì.

Le coperture, ha assicurato, si troveranno. Ancora polemiche sulla Bossi-Fini, con Pdl e Lega contrari allo smantellamento della legge. Un punto di intesa trasversale l'hanno trovato il ministro per lo sviluppo Flavio Zanonato e il sindaco di Verona Flavio Tosi, entrambe d'accordo sul fatto che gli immigrati devono essere fermati all'imbarco. «Siamo pronti a fare la nostra parte», spiegano dalla Marina militare che ha numerosi mezzi, anche aerei, impegnati nei pattugliamenti nel triangolo tra Malta, coste libiche e Sicilia. «Il capo di Stato maggiore - ha spiegato il comandante Alessandro Busonero - ha già disposto il rafforzamento del dispositivo che va avanti da venerdì scorso. Abbiamo in mare il pattugliatore Libra, la fregata Espero e la corvetta Chimera, ma abbiamo anche l'elicottero con pilota e il reggimento San Marco imbarcati». In attesa del vertice di Palazzo Chigi, Mauro insieme allo Stato maggiore della Difesa sta preparando l'intervento con il quale l'Italia si appresta a chiedere di più all'Europa al summit del 24-25 ottobre. «Stiamo lavorando agli ultimi dettagli. Fra lunedì e martedì - spiega Mauro - dovrebbe essere tutto pronto. Sarà un'iniziativa tutta italiana che si aggiungerà a quelle già messe in campo a livello europeo, come Frontex. Vogliamo far capire chiaramente all'Europa che intendiamo avere voce in capitolo: non vogliamo disimpegnarci, ma impegnarci di più. Così potremo chiedere alla Ue di fare lo stesso». Aggiunge il ministro che l'obiettivo è quello di «triplicare la nostra presenza, in termini di uomini e mezzi, nell'area sud del Mediterraneo, per una missione militare-umanitaria con lo scopo di contenere la crisi attuale dovuta in parte alla situazione di 'non Statò in cui si trova la Libia». Sui costi, Mauro ha ammesso che non si conoscono ancora con esattezza, e che «si sta ragionando per far sì che non sia un costo eccessivo e si possano prevedere le doverose coperture. Il problema non è quanto costa: è necessario farlo, per affrontare l'emergenza umanitaria in atto». Dal ministro delle infrastrutture Maurizio Lupi arriva un suggerimento: «se Lampedusa è il confine dell'Europa e la questione riguarda tutta l'Europa, allora l'Italia mette i soldi direttamente ma vanno contabilizzati fuori dal nostro Patto di stabilità». «La cosa migliore è che l'Europa metta le risorse perchè l'Italia agisca insieme all'Europa. Questa è la mia idea, ma credo la nostra idea», ha aggiunto Lupi, riferendosi alla posizione del Governo. Un coro di 'no' all'abolizione della legge Bossi-Fini e soprattutto alla cancellazione del reato di clandestinità si è levato, anche oggi, da Pdl e Lega in risposta a Letta che vorrebbe cancellare queste norme pur consapevole di non poterlo fare con questa maggioranza. «Non impicchiamoci al dibattito sulla Bossi-Fini sì o no - è il parere, tra gli altri di quelli emersi nel pdl, del ministro delle politiche agricole Nunzia De Girolamo -: non sarà uno strumento legislativo a risolvere il dramma di Lampedusa. Abbiamo il dovere dell'accoglienza e dell'assistenza, ma abbiamo anche il dovere di programmare gli ingressi e i flussi nel nostro Paese. In questo, l'Europa non può chiudere gli occhi». Per il leghista Roberto Cota: «la legge Bossi è un baluardo: stabilisce che si entra sul nostro territorio soltanto se si ha un lavoro. Viene comunemente chiamata Bossi-Fini ma, viste le scelte politiche di Fini, oggi più che mai è il testo Bossi».

Intanto il mare di Lampedusa continua a restituire i corpi dei migranti: cinque i cadaveri ripescati oggi, vittime del drammatico naufragio della settimana scorsa, con i morti che salgono a 363. Al largo dell'isola, dove è avvenuto il secondo naufragio, la marina maltese ha recuperato invece il corpo di un bimbo di 3 anni, le vittime così salgono a 38, anche se potrebbero essere molte di più. Secondo i racconti di alcuni sopravvissuti sul barcone, che si è capovolto, c'erano almeno 400 persone, tra cui molte donne e bambini. I superstiti sono 212; i cadaveri recuperati sono 38. Mancherebbero all' appello, quindi, circa 150 persone.

A Porto Empedocle stamattina, col pattugliatore Libra, sono arrivati 235 migranti presi a bordo durante tre operazioni di salvataggio. Tra loro anche 56 superstiti, molti minori, del naufragio del peschereccio inabissatosi venerdì a 60 miglia da Lampedusa. Nove bambini sono stati condotti in una comunità alloggio a Menfi (Ag), quattro di loro sono i superstiti del naufragio in acque Sar maltesi. Uno dei bimbi potrebbe presto riabbracciare la madre che secondo fonti investigative sarebbe viva e si troverebbe a Malta, dove è stata trasferita assieme ad altri sopravvissuti. Ma insieme a chi ce l'ha fatta, sulla banchina, a Porto Empedocle, sono giunte le bare con i resti di chi ha perso la vita dieci giorni fa. Partite stamattina dalla maggiore delle Pelagie sulla nave Cassiopea, sono state accolte da decine di africani e da associazioni. Sul molo, emblema di un dolore condiviso ai di là dei confini, uno striscione bianco con la scritta rossa: «Sangue nostrum». Lacrime e tanta commozione durante le operazioni di scarico delle bare bianche, con la gente che applaudiva e piangeva alla partenza dei camion verso il cimitero di Agrigento, dove saranno tumulate 120 delle 150 bare, il resto dei feretri sarà trasferito nei campisanti di altri comuni dell'agrigentino. E problemi di ordine pubblico, oggi, ci sono stati anche a Catania, dove centinaia di siriani arrivati 5 giorni fa dopo essere stati soccorsi a 60 miglia dalle coste siracusane da un mercantile battente bandiera panamense, sono fuggiti dal Palasport. Tra loro anche decine di minorenni. Scavalcati i cancelli, hanno chiesto ai passanti indicazioni per potere raggiungere la stazione ferroviaria. Non arriveranno a Lampedusa, ormai al collasso (nel centro di accoglienza, che può ospitare 300 persone, ce ne sono oltre 700) i migranti soccorsi questa mattina. Viaggiavano sue due barconi: uno agganciato in zona di soccorso di competenza maltese da un pattugliatore della Marina de La Valletta e da un mercantile; l'altro individuato dalla Guardia Costiera nello stesso tratto di mare in cui si è consumato il tragico naufragio di venerdì. A dare l'allarme alla Capitaneria sarebbe stato un telefono satellitare. In zona operavano la nave Espero della Marina e la nave Cavallari della Guardia Costiera. In soccorso è stato dirottato in zona il rimorchiatore Asso 30 che porterà i migranti a Pozzallo.

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