La Dama nera di Anas: «Gasparri mi ha detto Antonè stai tranquilla»

La Dama nera di Anas: «Gasparri mi ha detto Antonè stai tranquilla»
di Cristiana Mangani e Sara Menafra
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Giovedì 29 Ottobre 2015, 03:50 - Ultimo aggiornamento: 30 Ottobre, 10:45
Una rete di politici amici a cui rivolgersi per “mascherare” i clamorosi errori commessi, o anche per tentare di salvare il posto di lavoro quando l'aria comincia a cambiare. Antonella Accroglianò, la “Dama nera” di Anas, ha regnato sovrana per quasi venti anni. E quando si è resa conto che le cose stavano precipitando, ha cercato di agganciare chiunque potesse darle una mano. Sperava persino in un aiuto del ministro Del Rio o di blandire il premier Matteo Renzi, nei confronti dei quali ha lanciato le sue truppe cammellate. Ma le è andata male, al punto che un giorno è sbottata: «Renzi vuole distruggere il nostro mondo, vuole privatizzare... Magari tornasse Berlusconi». La conferma delle manovre di avvicinamento a chiunque rivestisse un certo rilievo in politica, è documentata nell'informativa del Gico della Guardia di finanza, soprattutto in riferimento a due vicende: il crollo del viadotto Scorciavacche in Sicilia, avvenuto il 30 dicembre scorso, e la nomina a presidente dell'Azienda di Gianni Armani, uomo che lei definisce «massone di Renzi».



I CONTATTI

«È stato rilevato che Accroglianò e altri dirigenti di Anas spa, nella fattispecie, Alfredo Bajo, Alberto Brandani, responsabile dell'Organismo di vigilanza, ed Elisabetta Parise, dirigente Unità organizzazione sviluppo e qualità - scrivono le Fiamme gialle - si attivassero con i senatori Maurizio Gasparri, Altero Matteoli e Salvatore Margiotta, e con l'onorevole Marco Martinelli, per tentare di limitare le eventuali ripercussioni che avrebbero potuto riguardare l'assetto strutturale della predetta azienda pubblica, anche a seguito del crollo del viadotto Scorciavacche in Sicilia, avvenuto il 30 dicembre dello scorso anno».



Una figuraccia non da poco anche perché l'opera è stata inaugurata in pompa magna con tre mesi di anticipo, ma senza collaudo, ed è crollata. Accroglianò è cosciente che il premier è fuori di sé per quanto accaduto, che lì rischiano di saltare tutti, a cominciare dal presidente Pietro Ciucci. E allora cerca una via per ottenere “il silenzio” politico sulla vicenda e per trovare una sponda con il neo presidente Armani. Cerca un contatto con il senatore Gasparri, e lo trova attraverso l'imprenditore Andrea Peverini. Dell'incontro che avrà con Gasparri è lei stessa a raccontarlo a un'altra imprenditrice. «Mi ha rassicurata - spiega - mi ha garantito che sarebbe intervenuto su Armani. Mi ha detto: “Antonè, non ti preoccupare che qualsiasi cosa ci sono io e ci parlo io». Della vicenda si è occupata anche l'Anac presieduta da Raffaele Cantone e che, a conclusione dell'indagine, l'ex magistrato decidesse di segnalare l'appalto per i lavori del viadotto al procuratore di Roma Giuseppe Pignatone, evidenziando anche costi dell'opera gonfiati del 50 per cento, oltre che la mancanza del certificato di agibilità.



VERDINI E LUPI

La scorsa estate, il gruppo è molto preoccupato della possibile successione a Ciucci. Ed è necessario prendere contatti con Del Rio, allora viene fuori il nome di Verdini. I militari del Gico specificano che Accroglianò chiede «a Ricciardello se il genero può riuscire a parlare con Verdini» e aggiunge: «Cavaliere, bisogna fare subito, mi raccomando, che è importante da adesso. Questi giorni sono fondamentali». Il tentativo di bloccare il cambio al vertice passa anche per il contatto che il gruppo cerca con l'allora ministro delle infrastrutture Maurizio Lupi. A giugno, superata la polemica per i crolli natalizi in Sicilia, Lupi viene audito in commissione al Senato. È Elisabetta Parise, dirigente Anas, a riferire a Bajo che in particolare il senatore del Pd Zanda ha polemizzato sul fatto che Ciucci fosse, contemporaneamente, direttore generale e presidente di Anas: «Ciucci, dice Parise, ha già scritto a Lupi riferendogli che l'intervento conclusivo di Zanda era quello di far sdoppiare le cariche, chiedendo un incontro urgente». Parise fa anche notare che l'ex presidente avrebbe fatto in modo di evitare le domande sul viadotto siciliano crollato, «perché gli amici loro (membri della commissione del Senato ndr) avrebbero fatto domande di altro genere. Il gruppo della dama nera, comunque, sembra fidarsi di Lupi solo parzialmente. E lo accusano di voler mettere al posto di Bajo, Ugo Di Bennardo, che è suo «amico d'infanzia».