Italia-Germania: una colomba di pace a 72 anni dalla strage nazista di Fucecchio

Italia-Germania: una colomba di pace a 72 anni dalla strage nazista di Fucecchio
di Alessandro Di Lellis​
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Giovedì 2 Febbraio 2017, 20:38 - Ultimo aggiornamento: 3 Febbraio, 19:42

Un gesto umile, un significato grande. Una piccola colomba di marmo ricorda da ieri, nella residenza dell'ambasciatore tedesco a Roma, le vittime della strage nazista di Fucecchio, uno dei peggiori eccidi di massa compiuti su territorio italiano. L'opera è dello scultore Vincenzo Cangiamila, origini siciliane ma dal '74 in Toscana, che l'ha donata alla cancelliera Angela Merkel. «La riconciliazione tra tedeschi e italiani dopo i terribili avvenimenti della Seconda Guerra Mondiale è un lungo cammino che abbiamo percorso e continueremo a percorrere insieme con l'obiettivo di un'Europa pacifica e unita. Durante la guerra molti dei Suoi connazionali hanno subìto sofferenze indicibili per mano dei soldati tedeschi», ha risposto la cancelliera all'autore, chiedendo però che la scultura rimanga in un luogo simbolo delle relazioni italo-tedesche: Villa Almone, residenza delll'ambasciatore. Quella del 23 agosto 1944 fu una campagna di sterminio pianificata, che colpì una vasta area della Toscana, il Padule di Fucecchio, tra Pistoia e Firenze, una ex palude parzialmente bonificata, dove, oltre alla popolazione contadina, molti abitanti delle città vicine erano sfollati per sfuggire alle rappresaglie tedesche e ai bombardamenti alleati.
 

 


I militari della 26esima divisione corazzata della Wehrmacht, agli ordini del capitano Josef Strauch, a sua volta subordinato al generale Peter Eduad Crasemann, rastrellarono cascina per cascina, casale per casale, con l'obiettivo, apparentemente, di dare la caccia alle unità partigiane. Ma alla fine della giornata, restarono sul terreno soltanto cadaveri di civili, quasi tutti anziani, donne, bambini. Come una donna ultranovantenne, Maria Faustina Arinci, sorda e cieca, alla quale venne fatta esplodere una granata nel grembiule. Come Maria Alucchi: era una bimba di 4 mesi. Per questi crimini, nel dopoguerra, furono condannati soltanto il capitano Strauch e il suo superiore Crasemann, per pene non superiori ai 6 anni. "Per lungo tempo, su questi fatti è calato il silenzio. Era come se si provasse vergogna per l'accaduto. Poi, negli Anni Ottanta, se ne è cominciato a parlare. Noi vogliamo che la memoria resti viva, soprattutto tra i giovani", dice Lisa Amidei, sindaca di Larciano, uno dei comuni che fu teatro dell'eccidio. Dal 2013, l'ambasciata tedesca ha cominciato a realizzare progetti della memoria nelle località colpite dai crimini di guerra. "La gente accoglie i visitatori tedeschi sempre con grande amicizia, commuovendoci ogni volta", dice l'ambasciatrice, Susanne Wasum-Rainer.
Una colomba di marmo non cancella l'enormità del crimine di allora. Esporla in una sede diplomatica è però un atto di responsabile accettazione della propria colpa e una speranza di riconciliazione.

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