Poi l'ex magistrato è tornato a commentare il processo sulla trattativa Stato-mafia: «In quell'aula bunker le gabbie sono vuote perchè i responsabili di quelle stragi sono all'esterno. Quei magistrati sono circondati da uno Stato colpevole che ha depistato per salvare solo se stesso. Non si potrà andare fino in fondo contro silenzi e omertà fino a quando non cambierà lo Stato, ma il cambiamento non potrà mai venire da questo Csm che si spartisce i posti in base al peso delle correnti. Un Csm così non farà mai procuratore aggiunto un Nino Di Matteo o un Francesco Del Bene, non lo farà fino a quando a presiederlo sarà un uomo come Giorgio Napolitano. Si può pensare che ci sia una questione personale con lui, so che per ingraziarselo si scrivono libri che giustificano la trattativa - ha aggiunto Ingroia riferendosi al saggio del giurista Fiandaca e dello storico Lupo - ma non è cosi, è una questione di democrazia. Certi uomini che hanno difeso la ragione di Stato hanno fatto molta carriera, come è accaduto a personaggi come Bruno Contrada o Mario Mori, uno condannato in via definitiva e l'altro imputato al processo trattativa e per la mancata cattura di Provenzano. Occorre dare una spallata al conformismo politico e giudiziario e all'opportunismo di carriera di alcuni professori, solo allora potremo dire di esserci meritati il sangue di Paolo Borsellino».
© RIPRODUZIONE RISERVATA