«Su che cosa dovrebbe pagare le tasse? Sulla bicicletta e sulla macchina radiocomandata?, questo possiede mio figlio», racconta l'uomo. Il Comune ammette che il caso esiste, ma che è stato solo un errore. «Mi scuso per l'equivoco causato da un mero errore materiale. Lo stato di famiglia acquisito agli atti indicava i nomi del padre e del figlio e nella lettera è stato riportato erroneamente il nome del figlio anzichè quello del padre» spiega il sindaco Valentina Ghio, precisando che era solo una richiesta di informazioni in merito alla residenza del nucleo familiare nell'ambito di verifiche sulle residenze di coniugi che, nonostante non siano legalmente separati, stabiliscono la residenza in abitazioni distinte per ottenere benefici fiscali.
«È vero che io e mia moglie abbiamo residenze disgiunte, ma io non possiedo alcun immobile e quindi non ho mai fatto detrazioni per la prima casa; mia moglie sino al 30 marzo di quest'anno anche; mio padre e mia suocera, in quanto proprietari, hanno fatto le spettanti detrazioni di diritto». Dunque sembra che il pasticciaccio sia derivato dal calcolo delle aliquote Imu e dai conseguenti controlli incrociati effettuati dal Comune. L'uomo rivela che gli uffici dell'amministrazione avrebbero minacciato sanzioni e accertamenti se entro 30 giorni il figlio non avesse fornito nome e cognome della moglie.
Che Sestri Levante avesse grande attenzione ai bambini, come dimostra il premio letterario Andersen era noto, ma che il Comune potesse pensare che i piccoli possono essere sposati a dieci anni, possono essere tassati e possono anche essere evasori è sorprendente.
Tutta colpa di una trascrizione errata.
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