Imu, i comuni incassano il 32,5% in più nonostante lo stop della prima rata

2 Minuti di Lettura
Martedì 5 Novembre 2013, 19:54 - Ultimo aggiornamento: 19:55
ROMA - Nonostante il mancato pagamento della prima rata dell'Imu sulla casa di abitazione, i Comuni hanno comunque incassato dall'imposta municipale, stando ai dati sulle entrate tributarie dei primi nove mesi del 2013 diffusi oggi dal ministero dell'Economia, il 32,5% in più rispetto allo stesso periodo del 2012. Per la precisione il gettito riservato ai comuni è stato di 7,649 miliardi, 1,875 mld in più rispetto a gennaio-settembre 2012. A rimpinguare le casse delle amministrazioni sono state soprattutto le imposte pagate sugli immobili produttivi. Un'impennata del gettito di questa misura è spiegabile dal fatto che, mentre nel 2012 il primo acconto era stato pagato con le aliquote di base, quest'anno «le modalità di calcolo includono anche le eventuali variazioni di aliquota deliberate dai singoli Comuni» e «le modifiche normative» intervenute nella disciplina dell'imposta, spiega nel 'Bollettino' sulle entrate il Dipartimento delle Finanze del ministero dell'Economia.



La Legge di Stabilità per il 2013 aveva infatti dato alle amministrazioni comunali la possibilità di aumentare fino a 0,3 punti percentuali l'aliquota standard dello 0,76 per cento per gli immobili ad uso produttivo classificati nel gruppo catastale 'D'.
L'abolizione della prima rata Imu per l'abitazione principale, per le unità immobiliari appartenenti alle cooperative edilizie a proprietà indivisa, per i terreni agricoli e i fabbricati rurali, sembra dunque essere stata ampiamente compensata dalla possibilità di 'ritoccare' l'aliquota comunale agli immobili produttivi, che vanno dai capannoni industriali agli alberghi, dalle case di cura private alle banche, dalle sale cinematografiche alle palestre.