La richiesta era già stata inviata tempo fa al gip Vilma Gilli, che l'aveva respinta chiedendo nuove indagini. Accertamenti - riporta La Gazzetta del Mezzogiorno - che hanno consentito di ribadire che 40 prescrizioni su 42 sono state rispettate entro il termine intermedio - proprio uno di quei termini finiti sotto i riflettori dell'Anac nella relazione inviata l'altro giorno al vicepremier Di Maio - del 31 luglio 2015.
Un così lieve scostamento, peraltro poi chiarito dall'Ispra il 23 ottobre dello stesso anno, ovvero tre mesi dopo la data da rispettare, che non permette di parlare - scrivono i pm - di «una condotta inerte», né tantomeno di una responsabilità «degli indagati per avere continuato una attività produttiva consentita espressamente dalla legge, per non avere adempiuto alla prescrizioni di un piano il cui contenuto non era affatto chiaro».
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