Altri guai per Formigoni: nuovo rinvio a giudizio per tangenti nella Sanità

Altri guai per Formigoni: nuovo rinvio a giudizio per tangenti nella Sanità
di Claudia Guasco
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Mercoledì 25 Ottobre 2017, 11:44 - Ultimo aggiornamento: 26 Ottobre, 20:12
MILANO Gianluca Massimo Guarischi e Roberto Formigoni erano legati da un rapporto connotabile “oggettivamente in termini clientelari”. Lo sottolineano i giudici della Corte d’Appello di Milano che a marzo scorso hanno confermato la condanna cinque anni di carcere per l’ex consigliere regionale lombardo di Forza Italia, finito sotto processo per un presunto giro di tangenti nella sanità lombarda. Guarischi era un fedelissimo dell’ex governatore lombardo e questa "relazione pericolosa" costa ora a Formigoni un altro processo, che si aprirà il prossimo 15 gennaio. L'ex governatore dovrà rispondere, oltre che di corruzione, anche del reato di turbativa d'asta, mentre l'ex sottosegretario alla Presidenza della Regione Paolo Alli è imputato per tentato abuso d'ufficio e l'ex dg della sanità lombarda Carlo Lucchina è accusato di turbativa d'asta e abuso d'ufficio. Era stata già chiesta, invece, l'archiviazione da parte della Procura per l'ex assessore lombardo alla Sanità Luciano Bresciani. 

VACANZA, ELICOTTERI, CONTANTI 
Un processo "ancor più infondato del primo", commenta l'ex presidente del Pirellone "E' totalmente privo di qualunque riscontro - osserva- Basti dire che l'imprenditore che avrei favorito non ha concluso alcun affare con Regione Lombardia. E i viaggi che avrei avuto in dono sono stati da me personalmente e integralmente pagati come risulta inoppugnabilmente da bonifici e assegni provenienti dal mio conto corrente e che sono noti alla Procura". Per i magistrati Formigoni avrebbe ricevuto oltre 400 mila euro tra contanti, orologi, spese per viaggi tra il Sudafrica e la Croazia e il noleggio di jet e barche da Guarischi, per conto di un imprenditore, in cambio dello sblocco di stanziamenti. Guarischi è stato condannato in primo grado e in appello per corruzione aggravata: per i giudici ha favorito Giuseppe Lopresti, titolare della Hermex Italia, in una serie di appalti per la fornitura agli ospedali lombardi di attrezzature sanitarie. In cambio avrebbe incassato tangenti pari al 3% del valore degli appalti vinti dall’imprenditore: in tutto 447 mila euro che gli sono già stati confiscati al termine del processo di primo grado. Proprio questi soldi sarebbero in parte serviti a ricompensare l’ex governatore Formigoni con una serie di “vantaggi” e “utilità personali”. Soprattutto vacanze di lusso in località come Sardegna, Croazia e Sudafrica che il Celeste avrebbe trascorso in compagnia dello stesso Guarischi tra il giugno2009 e il marzo 2013. Ma anche altre regalie come cene in rinomati ristoranti, cassette di vino e champagne, contanti per una "somma complessiva di 447.000 euro" suddivisa in un lungo elenco di utilità", come 7.000 euro per festeggiare il Capodanno del 2012 in Sudafrica, 11.900 euro e 17.910 euro per due vacanze in barca in Croazia. Oltre ad anticipazioni e pagamenti di spese da parte di Guarischi "per pranzi e cene in ristoranti", la lista comprende il noleggio di un aereo privato per raggiungere Olbia, di un elicottero per volare a Saint Moritz (6.000 euro) e un altro per la Valtellina (8.030 euro). A ciò si aggiunge l’acquisto di “un orologio da uomo in acciaio Bulgari dal valore di 3.530 euro”. Nei quattro anni finiti sotto la lente d'ingrandimento del pm Fusco, l'ex governatore e Guarischi sarebbero andati undici volte in vacanza insieme, come ha riferito nella sua deposizione in aula durante il processo all'ex consigliere un investigatore della Direzione investigativa antimafia che ha condotto le indagini. Il trattamento di lusso riservato a Formigoni, sostiene la procura, rappresenta l'olio negli ingranaggi della corruzione. Avrebbe cioè garantito un “trattamento preferenziale” alla Hermex Italia dell’imprenditore Giuseppe Lo Presti nelle gare per la fornitura di apparecchiature mediche in alcuni ospedali, dandosi da fare per sbloccare gli stanziamenti regionali nel 2012. Al centro dell’indagine, in particolare, due forniture “dell’apparecchiatura diagnostica acceleratore lineare ‘Vero'” all’ospe dale di Cremona e all’Istituto dei Tumori (quest’ultima non andò in porto). 

"CALLIDO E SPREGIUDICATO" 

A dicembre 2016, al termine del processo Maugeri, Formigoni è stato condannato a sei anni dal tribunale di Milano, il quale ritiene che "le utilità corrisposte da Pierangelo Daccò al governatore in esecuzione dell’accordo corruttivo, tra il 2006 ed il 2011, siano stimabili nell’ordine di almeno sei milioni di euro, a fronte di circa 120 milioni di euro e di circa 180 milioni di euro che, nello stesso periodo, vengono erogati dalla Regione rispettivamente a Fondazione Salvatore Maugeri e Ospedale San Raffaele”. Nonostante Formigoni fosse incensurato, la corte non ha conceso le attenuanti generiche, "non essendo emerso, all’esito del dibattimento, alcun elemento di positiva valutazione dai gravi fatti posti in essere dalla più alta carica politica della regione Lombardia per un lungo periodo di tempo, con particolare pervicacia sotto il profilo del dolo, con palese abuso delle sue funzioni, con l’ausilio di intermediari, in modo particolarmente callido e spregiudicato, per fini marcatamente di lucro e con grave danno per la regione e per il buon andamento della pubblica amministrazione”. I giudici spiegano di aver condannato l’attuale senatore di Ap tenendo conto “della gravità delle condotte, dell’intensità del dolo, dell’entità delle utilità percepite per la messa a disposizione dell’altissima funzione, della mancanza di alcun quantomeno parziale risarcimento del danno, della notevole entità dei danni patrimoniali cagionati, dei mezzi e delle circostanze dell'azione". I pm Laura Pedio e Antonio Pastore avevano chiesto una condanna a nove anni, ma i giudici hanno assolto Formigoni dall’accusa di associazione a delinquere.
 
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