Giustizia, giudici di pace scioperano per un mese contro riforma Orlando

Giustizia, giudici di pace scioperano per un mese contro riforma Orlando
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Martedì 10 Aprile 2018, 13:04 - Ultimo aggiornamento: 11 Aprile, 18:10
Sciopero di un mese dal 9 aprile e al 6 maggio dei giudici di pace. Saranno garantite solo la tenuta di un'udienza a settimana e gli atti indifferibili e urgenti. A indire la protesta è l'Unione nazionale giudici di pace (Unagipa) stimando che sono a rischio 500 mila processi.

Negli ultimi 15 mesi i giudici di pace hanno scioperato già 11 volte - per un totale di 115 giorni di sciopero, con slittamento di milioni di cause - per contestare «l'incostituzionale riforma della magistratura di pace e onoraria voluta dal ministro Orlando, che precarizza ulteriormente la categoria, limitando l'impiego dei giudici a 2-3 giorni la settimana, prevedendo una paga più bassa di una colf o di una badante, ponendo i contributi previdenziali integralmente a carico dei magistrati, non riconoscendo tutela alcuna in caso di malattia o gravidanza». 

«Le forze politiche che hanno vinto le elezioni - proseguono i giudici di pace - hanno manifestato la volontà di modificare radicalmente, se non abrogare, la riforma della magistratura onoraria voluta dal ministro Orlando, il quale sta ponendo in essere atti che contrastano con tale volontà politica. In particolare sono stati banditi 26 concorsi per giudici di pace e vice procuratori onorari, apparentemente per 400 posti, in realtà per completare tutte le dotazioni organiche attualmente scoperte e determinate con un recentissimo decreto ministeriale in 8.000 posti. Per giunta è iniziata la fase di attivazione dell'ufficio del processo, nel quale i giudici onorari e di pace vengono degradati a subordinati dei magistrati di carriera e spogliati di tutti i loro poteri e di tutte le loro prerogative giurisdizionali, in aperta violazione della Costituzione della Repubblica».

I giudici di pace e i magistrati onorari, ricordano in una nota il presidente e il segretario generale dell'Unagipa, Maria Flora Di Giovanni e Alberto Rossi, «già oggi trattano il 60% dei processi civili e penali di primo grado; a fronte di un aumento futuro dei carichi di lavoro sino all'80% del contenzioso, l'attuale rapporto di lavoro a tempo pieno dei giudici di pace e dei magistrati onorari di tribunali e procure viene trasformato in un dopo lavoro con un impegno di non più di 2 giorni a settimana; ciò determinerà un crollo della produttività ed efficienza di tutti gli uffici giudiziari, i cui disservizi già oggi costano al Paese una perdita annua di circa il 2% del pil, oltre ai risarcimenti per la legge Pinto. L'auspicio - conclude l'Unagipa - è che possa a breve arrivare un nuovo governo e un nuovo ministro della Giustizia che ponga rimedio, con la massima urgenza, agli enormi danni che Andrea Orlando continua pervicacemente ad arrecare all'intero sistema giudiziario».

 
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