Malati di gioco, è boom: pronta una legge anti-ludopatie

Malati di gioco, è boom: pronta una legge anti-ludopatie
di Valentina Errante
3 Minuti di Lettura
Lunedì 16 Maggio 2016, 08:32 - Ultimo aggiornamento: 21:16
La Conferenza tra Mef ed enti locali è già in corso e il decreto ministeriale che darà una stretta potrebbe arrivare già a giugno. Perché sul gioco d'azzardo il governo ha deciso di cambiare rotta e subordinare, alla Salute pubblica e alla lotta all'illegalità, l'aspetto, non di poco conto, del gettito fiscale (8,7 miliardi di euro nel 2015). Per il sottosegretario Pier Paolo Baretta, la linea è chiara: «Ragioniamo in modo opposto al passato, quando, per finanziare la ricostruzione dell'Abruzzo, sono state aumentate le macchinette».

IL TAGLIO
Una prima riduzione del 30 per cento degli strumenti per il gioco d'azzardo è già stata varata dalla legge di Stabilità, che ha anche previsto lo stanziamento di 50 milioni di euro al ministero della Salute per la cura delle ludopatie. Adesso, il nodo da sciogliere riguarda una normativa unica, visto che finora le regioni hanno legiferato autonomamente. Si discute di un drastico taglio del numero di apparecchi negli esercizi autorizzati e di un limite sui permessi che potrebbero essere riservati a bar e tabacchi. Poi la distribuzione sul territorio dei punti vendita di gioco, che potrebbe essere proporzionale al numero degli abitanti. E ancora: le conseguenze per i gestori che violino la legge e gli orari di apertura e le caratteristiche di sicurezza. L'obiettivo è scendere da 420 mila apparecchi a 260 mila.
 
LA SICUREZZA
Ma sembra escluso che una parte degli introiti possa essere destinato alle Regioni, così come chiedono i governatori. Misure che prevedono comunque una stretta anche sulla sicurezza e sulle conseguenze che leggi più rigide possano incidere su nuovi canali di business per le mafie e l'illegalità.

Dall'altro lato il ministero e il Viminale stanno mettendo a punto un provvedimento che prevede la costituzione di una spa unica, dove fare confluire i quattro casinò italiani, Sanremo, Saint-Vincent, Campione e Venezia.

LE MISURE
Il dossier del Mef ipotizza un limite agli orari di apertura dei luoghi autorizzati al gioco, con un massimo di dieci-dodici. Ma non solo. Dal ministero arriva anche la proposta che le sale scommesse, Bingo, locali con slot e Vlt abbiano caratteristiche di sicurezza specifiche, in particolare un presidio all'ingresso e la formazione obbligatoria dei gestori che, in caso di violazione delle norme, abusi o mancati controlli, potrebbero essere chiamati a rispondere penalmente.

Novità in vista anche per le slot machine: secondo le ipotesi bar e tabaccherie potrebbero essere gli unici locali autorizzati all'installazione (accanto alle sale dedicate), anche se il limite scenderà dagli attuali otto apparecchi a 4 o 5. Non si vedranno più negli Internet point, nelle cartolerie o nelle lavanderie. Un altro nodo riguarda la questione delle distanze obbligate dai luoghi sensibili, 300-500 metri da scuole, palestre, bancomat, ospedali, fino alle chiese (e in alcune regioni anche cimiteri) in molti centri ha generato situazioni patologiche: «Alcune periferie sono diventate veri e propri poli del gioco», dice Baretta. Il «pacchetto» verrà valutato e certificato da istituzioni pubbliche, anche con il ministero della Salute. È Baretta a spiegare che il ministro dovrebbe procedere con decreto entro giugno, quando sono previste le nuove gare per i gestori. Dovranno essere assegnate le concessioni di nove anni per 10 mila agenzie con base d'asta non inferiore a 32 mila euro, e per 5 mila centri, con una base d'asta di 18 mila euro.

I DATI
Oggi in Italia ci sono 360 mila slot e 60 mila vlt. Ma le ludopatie riguardano anche le lotterie istantanee e le sale scommesse. In testa alla classifica c'è la Campania, che ha la più alta concentrazione di punti vendita di scommesse ippiche e sportive per abitante. Napoli è la prima città: un'agenzia o un centro gioco ogni 2.123 abitanti, secondo l'Istat 2015, un dato pari alla metà della media nazionale, che ne registra uno ogni 4.228 abitanti. C'è anche una disomogeneità sul territorio: in Toscana e Umbria sono presenti 469 punti scommesse, l'intera Sardegna ne conta 53. Giocano tutti e la crisi ha dato una forte spinta al business: dal gratta e vinci alle slot.
© RIPRODUZIONE RISERVATA