Giglio: 3 morti, salvate 2 persone a bordo
38 dispersi. Il capitano in cella

Coppia di coreani in salvo
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Venerdì 13 Gennaio 2012, 23:17 - Ultimo aggiornamento: 10 Febbraio, 01:05

ROMA - Sembrava di rivivere il Titanic. I commenti dei sopravvisuti raccontano l'incubo della notte di ieri quando la nave da crociera Costa Concordia si è incagliata, ha imbarcato acqua e tutto ha avuto inizio. I morti sono tre: due turisti francesi e un peruviano, membro dell'equipaggio. Due persone vive, di origine coreana, invece, sono state raggiunte nel ventre dell'imbarcazione e portate a terra (le foto). Stanno bene. Si tratta di un uomo e una donna di 29 anni, in viaggio di nozze. Si trovavano nella cabina 838. I vigili del fuoco del nucleo Saf li hanno sentiti chiedere aiuto da due ponti sotto quello in cui loro erano al lavoro. Circa 60 i feriti, due gravi e 26 dimessi in giornata. I dispersi, con il ritrovamento dei due asiatici, scenderebbero a 38. A bordo della Costa Concordia, rimasta incagliata vicino all'Isola del Giglio, c'erano 4232 passeggeri, partiti da Civitavecchia e diretti a Savona. Tra i 100 e i 150 sarebbero finiti in mare al momento dell'impatto.

Il comandante in cella. Il comandante della nave, Francesco Schettino, è in stato di fermo ed è stato trasferito nel carcere di Grosseto in attesa dell'udienza di convalida che dovrebbe svolgersi martedì o mercoledì. Il procuratore capo di Grosseto Francesco Verusio ha aperto un'indagine sul naufragio. La Concordia alle 21.30 di ieri, secondo il programma di crociera, avrebbe dovuto passare a 5 miglia dalla costa, nel canale tra l'Argentario e l'Isola del Giglio. Invece si trovava a solo un miglio dalla costa. Questo avrebbe causato l'impatto con uno scoglio che ha procurato un grande squarcio da dove la nave ha iniziato a imbarcare acqua. Il comandante della Costa Consordia «si è avvicinato molto maldestramente all'Isola del Giglio, la nave ha preso uno scoglio che si è incastrato sul fianco sinistro, facendola inclinare e imbarcare tantissima acqua nel giro di due, tre minuti», ha spiegato Verusio sottilineando che al momento dell'impatto, «c'era Schettino al comando della nave», e che è stato lui «ad ordinare la rotta: questo è quanto ci risulta. È stata una manovra voluta».

LA ROTTA

Il "saluto". Al vaglio degli inquirenti anche il fatto che il passaggio molto vicino all'isola del Giglio sia stato deciso per far «salutare» ai croceristi i paesi dell'isola illuminati nel buio. Una sorta di rituale che in gergo viene chiamato "inchino". Verusio, rispondendo a La7 a una domanda su questo specifico punto della vicenda ha detto: «È possibile lo stiamo valutando» aggiungendo che, se fosse confermato, si tratterebbe di «una leggerezza veramente imperdonabile». Il procuratore ha anche detto che sono in corso accertamenti sulla conduzione dei soccorsi a bordo.

«Il capitano ha abbandonato la nave». Le operazioni di salvataggio non sarebbero andate nel modo migliore «anche perché - ha rilevato il procuratore - non ci sarebbe stato il comandante a gestirle direttamente». Al comandante e al primo ufficiale in plancia, Ciro Ambrosio, vengono contestasti i reati di omicidio colposo plurimo, naufragio e abbandono della nave mentre c'erano ancora molti passeggeri da trarre in salvo. Secondo quanto risulta agli inquirenti, infatti, il comandante, 52 anni originario di Napoli, già verso le 23:30 avrebbe lasciato la nave. A quell'ora però ancora gran parte degli ospiti e dell'equipaggio stava aspettando di essere evacuata. Gli ultimi a lasciare la Costa Concordia lo hanno fatto non prima delle 2,30-3:00 della notte scorsa.

La difesa. Il comandante sostiene invece di aver seguito la rotta consentita: «La nave Costa Concordia viaggiava su una rotta turistica consentita», ha dichiarato negli uffici della Capitaneria di porto dell'Isola del Giglio. «Mentre navigavamo ad andatura turistica abbiamo impattato uno sperone di roccia che non era segnalato. Secondo la carta nautica, doveva esserci acqua a sufficienza sotto di noi», ha dichiarato ai microfoni di Tgcom24. Gli uomini dell'equipaggio della nave Costa Concordia «sono stati gli ultimi ad abbandonare l'imbarcazione, assicurandosi prima di salvare i passeggeri», ha sottolineato.

La dinamica. L'esame della scatola nera, recuperata dai sommozzatori della Capitaneria di porto chiarirà i dettagli sulla dinamica dell'incidente. La nave è sotto sequestro. L'urto contro lo scoglio che ha squarciato la chiglia sarebbe avvenuto alcune miglia prima dell'isola del Giglio. La nave, pur imbarcando acqua, ha proseguito e solo successivamente ha invertito rotta puntando verso il porticciolo. Nella prima segnalazione fatta alla Capitaneria di Porto, è stato, infatti, riferito che la nave «imbarcava acqua». L'equipaggio ha probabilmente immaginato, in un primo momento, di poter gestire l'emergenza. Quando ciò è parso impossibile, il comandante ha ordinato di cambiare rotta e di dirigere la nave verso l'Isola del Giglio. Proprio l'avvicinamento alla terraferma, secondo molti soccorritori, ha impedito che l'incidente avesse conseguenze ancor più tragiche e che la nave si inabissasse.

I dispersi. Dopo aver ispezionato gli unici quattro ponti in sicurezza e aver portato in salvo circa 60 persone rimaste intrappolate, i Vigili del fuoco hanno provato a ispezionare i ponti sommersi, ma le condizioni non hanno consentito ai sub di entrare. I dispersi sarebbero ancora alcune decine, almeno 38. Si stanno facendo continue verifiche sia nei centri di accoglienza che all'Isola del Giglio. Al momento queste persone vengono definite dall'autorità come persone «non ancora rintracciate». Alcuni superstiti, infatti, non sarebbero stati conteggiati perché trasferiti in elicottero. A bordo della Costa Concordia, in base all'ultimo dato fornito dall'armatore, erano imbarcati in 4232 persone, di cui 52 di età inferiore ai 6 anni.

La collisione. La nave da crociera Costa Concordia è rimasta incagliata ieri sera su una secca vicino all'isola del Giglio, in località "Le Scole", di fronte a punta Gabbianara. La nave è inclinata di circa 80 gradi (Video-Il relitto da vicino)e ha delle falle su entrambi i lati. Sul fianco sinistro si nota uno squarcio di 70 metri (Video-La tragedia dall'alto) in cui è rimasto incastrato un enorme scoglio. Le cause dell'incidente potrebbero essere, secondo alcune fonti, un errore umano o un guasto elettrico.

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Il sindaco. Un primo impatto contro uno scoglio "satellite" dell'isoletta Le Scole, a circa 500 metri di distanza dall'isola del Giglio, e poi la decisione «astutamente presa dal comandante di portare la nave verso il porto in una zona di basso fondale dove effettivamente si è adagiata». È questa la ricostruzione che il sindaco dell'Isola del Giglio, Sergio Ortelli, ipotizza per spiegare la dinamica dell'incidente della Costa Concordia. La rotta delle navi che da Civitavecchia «risalgono» verso la Liguria, tuttavia, conferma il sindaco, è a circa 2-3 miglia dall'isola. La Costa Concordia, quindi, sarebbe stata fuori rotta. «Sa - spiega Ortelli -, molte navi passano dal Giglio a salutare con un fischio di sirena gli abitanti dell'isola. È uno spettacolo molto bello vedere da terra la nave illuminata e anche dalla nave è suggestivo guardare l'isola nel buio, con tutte le luci accese. Ma questa volta è andata male».

Il bilancio delle vittime. In un primo momento si era parlato di sei vittime e 14 feriti. Gli ultimi dati ufficiali confermano 3 morti per annegamento e una sessantina di feriti ricoverati negli ospedali di Grosseto, Orbetello e qualcuno a Tarquinia (Viterbo): 26 sono stati visitati e poi dimessi. Due sarebbero arrivati al pronto soccorso di Grosseto in condizioni gravi, uno con un trauma cranico e uno con un trauma spinale: il secondo è stato trasferito in elisoccorso a Le Scotte di Siena. Alcuni dei feriti ricoverati sono già stati operati e altri lo saranno nelle prossime ore. Nel presidio sanitario d'emergenza allestito sull'Isola del Giglio sono stati visitati circa 4.000 passeggeri della nave da crociera Costa concordia affondata. Molti avevano lievi traumi, fratture e principi di assideramento. C'era anche una donna incita all'ottavo mese.

I passeggeri. Stanno tornando a casa i passeggeri superstiti della Costa Concordia. Tutti sono stati sbarcati a Porto Santo Stefano. Dei 3.216 ospiti a bordo 989 erano italiani, provenienti da tutte le regioni. La maggior parte sardi (208), seguiti da siciliani (195), piemontesi (148) e lombardi (142). I passeggeri emiliani erano 71, 69 i veneti, 42 i toscani, 21 i liguri e 12 i laziali. Una parte è sbarcata in mattinata al terminal di Savona e con mezzi propri o forniti dalla compagnia è rientrata a casa. Altri italiani sono stati trasportati all'aeroporto di Fiumicino e di lì, grazie alla collaborazione con Alitalia, accompagnati ai rispettivi voli. Gli stranieri, di oltre 60 diverse nazionalità, sono stati concentrati all'Hotel Hilton di Roma, da dove vengono smistati ai rispettivi voli. Circa 250 dei 462 passeggeri francesi sono attesi in serata a Marsiglia, dove saranno accolti da una cellula di supporto psicologico gestita dalla Croce rossa e dai pompieri della città del sud della Francia.

«Sembrava il Titanic». I racconti fanno emergere gli attimi di paura e panico. Proprio come nel caso del Titanic diversi passeggeri del Concordia sono morti in mare, per il freddo o affogati, nel buio della notte. «Era come nel film, non potevamo credere ai nostri occhi», ha raccontato una giornalista dell'Adnkronos a bordo della nave. «Siamo scesi con grande difficoltà dalla nave - spiega - ci hanno fatto uscire dalla parte opposta a quella che stava affondando. La nave era troppo vicina alla costa, anche i residenti se ne sono accorti. Per questo dopo l'incidente sono arrivati subito in nostro soccorso».

L'inchiesta. Naufragio, disastro e omicidio colposo oltre che abbandono della nave. Questi i reati ipotizzati, al momento, nell'inchiesta aperta dal procuratore capo di Grosseto Francesco Verusio. La Guardia costiera è impegnata anche in un'inchesta amministrativa.

Il presidente della Repubblica. «Cordoglio e solidarietà» alle famiglie delle vittime e «apprezzamento» per la «intensa, difficile opera di soccorso» sono stati espressi da Giorgio Napolitano in un messaggio al prefetto di Grosseto a seguito della sciagura.

Rischio ambientale. «Al momento non si è verificato alcun rischio di sversamento di carburante ma si lotta contro il tempo. «Sono state attivate tutte le procedure perché questo non avvenga», ha detto il sindaco dell'isola. «Nel primo pomeriggio i serbatoi saranno messi in sicurezza».

Il precedente. La stessa nave nel 2008 aveva avuto un incidente (video). Il gigante dei mari il 22 novembre del 2008, complice il forte vento, ebbe una collisione contro la banchina del porto di Palermo alla quale stava attraccando. Nello scontro si creò un ampio squarcio tra la prua e la fiancata destra e andò distrutto il portellone di prua. In quella circostanza, però, nessuno si fece male.

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