Napoli, uccide moglie e figlia di 4 anni con un'ascia poi si suicida

Napoli, uccide moglie e figlia di 4 anni con un'ascia poi si suicida
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Sabato 9 Gennaio 2016, 12:17 - Ultimo aggiornamento: 11 Gennaio, 10:53

Ha ucciso a colpi d'ascia la moglie e ha accoltellato la figlia di appena quattro anni. Poi si è conficcato un coltello alla gola ed è morto, dopo qualche ora di agonia, all'ospedale di Pozzuoli (Napoli). L'ennesima tragedia familiare si è consumata in una villetta che s'affaccia sulla spiaggia di Licola, all'estrema periferia di Giugliano, nel napoletano. Protagonista un operaio ucraino di 44 anni, Volodymir Havrylyuk, che con la moglie Marina, trentenne, e la figlioletta viveva in quella casa da un paio di anni. 
 



Lui, dai vicini, viene descritto come un uomo tranquillo; un papà premuroso, sempre attento alle esigenze della sua bambina, da poco sottoposta a un intervento chirurgico. Stesso giudizio per Marina. Ma, probabilmente l'altra notte, la coppia ha litigato, anche se al momento non si conosce il motivo. Volodymir, che lavorava in un vivaio di piante della zona, forse in preda a un raptus, ha afferrato un'ascia per tagliare gli arbusti e ha colpito con incredibile violenza. A fare la drammatica scoperta è stato il datore di lavoro di Volodymir. L'uomo non lo ha visto arrivare al vivaio e in tarda mattina si è presentato alla villetta di via Licola Mare. Ha aperto la porta e si è ritrovato dinanzi a una scena orrenda: sangue dappertutto. Volodymir con un filo di voce ha sussurrato solo: «Ho fatto un guaio».L'uomo ha così chiamato i carabinieri. Sono giunti i soccorsi ma per la donna e la figlia non c'è stato nulla da fare. I cadaveri sono stati rimossi dopo qualche ora. Sarà l'esame medico legale ad accertare l'orario preciso della morte. Al momento si possono avanzare solo ipotesi anche perchè nessuno dei vicini ha sentito, durante la notte o all'alba di oggi, rumori o urla di aiuto. Volodymir è stato portato all'ospedale «Santa Maria delle Grazie» di Pozzuoli, dove è deceduto nel pomeriggio. A condurre le indagini sono i carabinieri della Compagnia di Giugliano, coordinati dalla Procura di Napoli Nord, che in ospedale hanno provato a sentire l'uomo. Sul posto è giunto anche un fratello e la cognata di Marina, che abitano in zona. A Licola, frazione del Comune di Giugliano, che doveva essere la Rimini del Sud e dove però il sogno del turismo non si è mai compiutamente realizzato, vivono tantissimi stranieri. Chi negli anni '60 aveva preso la casa delle vacanze, a una manciata di chilometri da Napoli, è andato via da tempo. Tantissime le abitazioni che sono senza alcuna manutenzione da decenni e che ora versano in uno stato di assoluto degrado. Ad occuparle sono soprattutto coloro che cercano un alloggio a prezzi stracciati. La villetta dove è avvenuto il duplice delitto è affacciata direttamente su una spiaggia che d'inverno viene utilizzata come galloppatoio. In zona, nei mesi scorsi, ci sono state forti tensioni per l'arrivo di alcune centinaia di profughi ospitati in alberghi e residence che sono stati trasformati in centri di accoglienza.

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