Giada De Blanck, rose e fiori: a processo lo stalker ossessivo e minaccioso

Giada De Blanck, rose e fiori: a processo lo stalker ossessivo e minaccioso
di Riccardo Di Vanna
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Giovedì 8 Maggio 2014, 09:16 - Ultimo aggiornamento: 13:29

Si trasformato in uno stalker ossessivo e minaccioso, dopo essere entrato nella vita di Giada De Blanck come uno qualsiasi dei suoi ammiratori. Un molestatore dai tratti gentili quanto inquietanti che, tra il 2004 e il 20012, ha tormentato la sua giovane

vittima arrivando a spiarla fin nell'intimità familiare e omaggiandola, suo malgrado, di una bizzarra serie di oggetti lasciati nottetempo davanti all'uscio della sua abitazione. Lugubri attenzioni che, lungi dal conquistare la simpatia della ragazza, hanno finito per trascinare l'uomo - un pregiudicato trentatreenne di origine slovena, difeso dall'avvocato Domenico Naccari - davanti ai giudici della quinta sezione penale del tribunale monocratico di piazzale Clodio. Anche se al momento irreperibile, l'imputato dovrà infatti affrontare un giudizio nel quale sarà chiamato a difendersi dall'accusa di stalking nei confronti di quella che reputa essere, a tutti gli effetti, la donna dei suoi sogni.

LA STORIA

La vicenda ha inizio nel 2004, a ridosso della lunga apparizione della giovane De Blanck nel reality show televisivo l'Isola dei Famosi. Il primo approccio dell'uomo arriva sul sito del fan club dedicato alla ragazza, con un messaggio scritto per perdersi tra i tanti attestati di stima che la trentenne riceve normalmente. La faccenda sembra non avere seguito ma, nell'arco di qualche tempo, prende inspiegabilmente una piega molto diversa. L'uomo, infatti, pur rimanendo praticamente sempre nell'ombra, avrebbe fatto di tutto per arrivare a conoscere spostamenti e indirizzo del personaggio pubblico e, una volta ottenute le informazioni desiderate, avrebbe dato luogo al suo inquietante piano di seduzione.

LE RICETRASMITTENTI

Tra il gennaio e l'aprile del 2012, l'imputato si sarebbe introdotto ripetutamente nell'edificio che ospita l'appartamento di casa De Blanck, lasciando sullo zerbino una strampalata serie di oggetti. A cominciare da una rosa rossa, seguita poi da alcuni frammenti di marmo, da un registratore e da una coppia di ricetrasmittenti. Il fiore, che in altre circostanze sarebbe potuto apparire come un tenero pensiero indirizzato a un'amante, si spiega da solo.

Per gli altri reperti serve invece qualche approfondimento. Il registratore a cassette, ad esempio, portava incisa la voce del molestatore. I walkie talkie, accompagnati da un bigliettino con su scritto da «lupo solitario a farfallina», erano invece il mezzo prescelto per mantenere un contatto sicuro con la vittima. L'uomo, a detta della stessa De Blanck, sarebbe convinto di dover compiere una non meglio specificata "missione", e di doverlo fare in sua compagnia. «Non ci siamo costituiti parte civile - ha dichiarato l'avvocato Daniele Bocciolini - perché la mia assistita non vuole essere risarcita. Vorrebbe solo tornare a vivere serenamente, senza la paura di uscire di casa. Per questo, chiederò anche l'applicazione in via provvisoria di una misura di sicurezza che possa tutelare l'incolumità di Giada».

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