Ponte Morandi, riprendono i lavori dopo il crollo. Il procuratore: «Le macerie sono prove»

Ponte Morandi, riprendono i lavori dopo il crollo. Il procuratore: «Le macerie sono prove»
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Domenica 26 Agosto 2018, 21:19 - Ultimo aggiornamento: 27 Agosto, 08:37
Il nubifragio che si è abbattuto su Genova sabato, allagando anche alcune piazze e sottopassi, ha lasciato il posto al sole, l'allerta meteo si è conclusa domenica alle 8 e i mezzi impegnati nella rimozione delle macerie di ponte Morandi si sono rimessi al lavoro sull'alveo del torrente Polcevera, dopo oltre 24 ore di interruzione. Intanto, mentre si accende la contrapposizione tra Governo e Procura sui tempi di rimozione dei monconi, un sopravvissuto, Gianluca Arduini, dall'ospedale dice: «qualcuno deve pagare. Parliamo di un ponte che viene usato da migliaia di persone. Ora dicono addirittura che quello che è rimasto in piedi è più marcio di quello che è venuto giù». Ancora scosso, Arduini chiede di vedere il vigile del fuoco che lo ha salvato mentre era appeso a venti metri di altezza all'auto distrutta.

Sotto al Morandi sono intanto entrate in azione le ruspe che hanno ripristinato un tracciato cancellato dalle piogge consentendo il transito ai camion e gli altri mezzi delle imprese impegnate nell'intervento. Resta interdetta l'area rossa e viene impedito agli sfollati di entrare nelle case a recuperare i propri oggetti. Potrebbe essere riperimetrata l' area ovest per permettere alle imprese di lavorare. Intanto si fa accesa la contrapposizione sui tempi della demolizione. Per il sottosegretario alle Infrastrutture Edoardo Rixi devono cominciare ai primi di settembre, anche perché i danni alle imprese saranno molto alti. Ma questo si scontra con le esigenze della procura. Il procuratore Francesco Cozzi ribadisce che se c'è un rischio per l'incolumità pubblica non ostacolerà la demolizione, altrimenti è prioritaria la conservazione della prova. Al centro c'è la macchina complessa di un incidente probatorio per il quale è necessario conservare la 'scenà del crollo nelle parti essenziali, come i monconi. Anche quello a ovest che come detto da Cozzi «è più degradato di quello crollato». Altrimenti c'è il rischio che a processo i legali contestino la nullità delle prove non prelevate e analizzate in presenza di un loro perito. Negli ospedali genovesi restano intanto in cura sei feriti. Sono stabili le condizioni di un uomo di 34 anni ricoverato in ortopedia a Villa Scassi. Altri quattro feriti sono al San Martino e uno al Galliera.

Rimane alta nel frattempo la tensione tra gli sfollati. Autostrade per l'Italia ha versato 714mila euro per le prime necessità a 74 famiglie e la cifra dovrebbe salire a circa 1,5 milioni lunedì quando andranno in pagamento 90 nuovi bonifici. Ma l'incertezza per il futuro crea sconforto dopo 12 notti passate fuori casa. «Non ne posso più», dice una donna ai giornalisti scoppiando a piangere. I responsabili del centro Buranello hanno annunciato una riunione per organizzare volontariato e solidarietà, che sta facendo arrivare grandi quantità di beni, compresi giocattoli per i bambini, da gestire al meglio. Allo stadio Ferraris, anche Genoa ed Empoli indossano la maglietta dedicata alla tragedia - Genova nel cuore -. Il Genoa gioca l'esordio con la maglia listata a lutto e senza sponsor, i tifosi osservano 43 minuti di silenzio, uno per ogni persona morta nel crollo del ponte.

Il sopravvissuto al crollo. «Qualcuno deve pagare.
Parliamo di un ponte che viene usato da migliaia di persone. Ora dicono addirittura che quello che è rimasto in piedi è più marcio di quello che è venuto giù». Lo ha detto dal letto dell'ospedale, intervistato da Rainews Gianluca Ardini, uno dei sopravvissuti al crollo. «Vorrei incontrare il vigile del fuoco che mi ha salvato la vita. Se non mi avesse trovato non so quanto avrei resistito». Gianluca è uno dei miracolati del Morandi. E rimasto appeso alla sua auto con cui andava al lavoro grazie alla cintura di sicurezza. La vettura, distrutta nella caduta, era rimasta incastrata tra le macerie del ponte a una ventina di metri dal suolo. I vigili del fuoco lo hanno imbragato e portato a terra cercando di non creare ulteriori problemi alla grave ferita alla spalla di Gianluca. «Ho resistito per la mia famiglia e per la voglia di vivere», ha detto.


Il presidente della regione Liguria. Il tema della nazionalizzazione di Autostrade avanzato da esponenti del Governo, «mi sembra una nostalgia del passato di cui io non ho nostalgia». In passato c'è stata una gestione dello Stato «ma lo Stato non è stato più efficiente ed è costato il debito pubblico che ci ritroviamo». Lo ha detto, il presidente della Liguria, Giovanni Toti, intervenendo alla Festa nazionale dell'Unità in corso a Ravenna. «Sono contrario alla nazionalizzazione in generale - ha osservato a margine di un incontro -. Se c'è qualcosa che è stata sbagliata - ha proseguito riferendosi alla vicenda del Ponte Morandi crollato a Genova - è stata sbagliata l'assenza di controllo o controlli troppo morbidi nei confronti del concessionario. Penso che lo Stato debba rimanere un regolatore e che i gestori debbano essere privati o pubblici ma sono contrario a nazionalizzare grandi imprese. Poi - ha concluso - Cdp agisce per regole di mercato se ha interesse in infrastrutture non ci troverei nulla di strano» valutasse un intervento.
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