Bolzaneto, Asl Genova annulla convegno con dottoressa condannata per le violenze

Bolzaneto, Asl Genova annulla convegno con dottoressa condannata per le violenze
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Giovedì 16 Aprile 2015, 21:32 - Ultimo aggiornamento: 18 Aprile, 12:56
​Scoppia un nuovo caso legato alle violenze nei giorni del G8 di Genova dopo la sentenza della Corte dei diritti dell'uomo di Strasburgo che ha condannato l'Italia per le «torture» commesse alla scuola Diaz di Genova e il post pubblicato su Facebook dall'agente Fabio Tortosa. A riaprire una ferita per nulla rimarginata la notizia, anticipata oggi da Repubblica, dell'invito come relatrice ad un convegno previsto per domani a Genova su «La salute nel carcere» della dottoressa Marilena Zaccardi, che all'epoca del G8 si trovava nella caserma di Bolzaneto e che è stata condannata in appello per trattamento inumano, un reato dichiarato, però, prescritto.



Sull'onda della notizia la Asl 3 di Genova si è affrettata questa mattina ad annullare l'avvenimento e l'assessore regionale alla Salute Claudio Montaldo ha definito «un grave errore» avere inserito Zaccardi fra i relatori del convegno. Nella caserma di Bolzaneto, un luogo diventato tristemente famoso come la scuola Diaz, vennero condotte le persone fermate e arrestate durante il G8. La dottoressa, attualmente in servizio al carcere di Marassi, nel luglio 2008 era stata assolta in primo grado dalle accuse di abuso d'ufficio per aver maltrattato le persone in stato di arresto e di ingiurie. A una ventenne che era in infermeria aveva detto che «puzzava come un cane», frase ritenuta umiliante dall'accusa sostenuta dai pm Patrizia Petruzziello e Ranieri Vittorio Miniati, per le condizioni in cui si trovava la ragazza, ferita, stremata dalla posizione vessatoria e impossibilitata a lavarsi.



In secondo grado, il 5 marzo 2010, la corte d'appello di Genova aveva dichiarato responsabili civilmente tutti i 44 imputati del processo per le violenze nella caserma di Bolzaneto, anche se aveva dichiarato prescritti i reati, condannando gli imputati al risarcimento del danno. Già in quella occasione le organizzazioni per i diritti umani avevano rilevato che la prescrizione era stata resa possibile dalla mancanza in Italia del reato di tortura.



«La mancanza nel codice penale italiano del reato di tortura, che l'Italia è obbligata a introdurre dal 1988 - commentò Amnesty International - ha fatto sì che alla gravità delle azioni commesse non abbiano corrisposto sanzioni altrettanto dure». «È stato un grave errore inserire nella direzione scientifica e fra i relatori una persona che si è macchiata di gravi violazioni dell'etica professionale» ha detto Montaldo, deciso ad approfondire tutta la questione con l'azienda sanitaria.
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