Cyberspionaggio, politici, banche e notai: tutte le vittime finite nei dossier

Cyberspionaggio, politici, banche e notai: tutte le vittime finite nei dossier
di Valentina Errante e Sara Menafra
3 Minuti di Lettura
Venerdì 13 Gennaio 2017, 08:28
Erano riusciti a penetrare anche nei server di posta elettronica delle gradi banche, come Unicredit, Bank of America e Intesa, a violare gli account delle grandi società di assicurazione, come Reale Mutua, e di spa della portata di Alitalia e Poste italiane, i fratelli Giulio e Francesca Maria Occhionero, finiti in carcere martedì scorso.
Emergono altri soggetti, società pubbliche e private, dall'elenco di account infettati dai due indagati che rubavano la corrispondenza di istituzioni e personalità dello Stato. E ci sono anche l'Agenzia delle Entrate, nuovi nomi di politici, come quello di Denis Verdini, studi notarili e società di assicurazioni, tutti vittime dei fratelli hacker, che dirottavano su un server americano il contenuto delle email sottratte. Sono solo alcuni dei 1.936 utenti spiati, altri nomi del lungo elenco contenuto in un file acquisito lo scorso ottobre dalla polizia postale, che ha perquisito Occhionero e sequestrato i computer. Erano già emersi quelli dell'ex presidente del Consiglio Matteo Renzi, dell'attuale presidente della Bce, ex governatore di Bankitalia, Mario Draghi, di prelati, come il cardinale Gianfranco Ravasi.
Gli istituti di credito rientrano tra gli indirizzi email dei quali i fratelli Occhionero erano riusciti a carpire non soltanto l'indirizzo ma anche le password, quelli che il gip Maria Paola Tomaselli definisce account infettati. Si legge nell'informativa della polizia postale. «Dalla selezione presa in esame si evincono 1.936 utenti comprensivi di password raggruppati per domini di interesse. Il file presenta colonne (campi) che sono state prese come riferimento per individuare i target, ovvero i campi password, username, firstname, lastname e address, considerati come indicatore di una compromissione già avvenuta». Solo l'esame del materiale, ancora in mano all'Fbi che ne ha impedito la distruzione chiesta dagli stessi fratelli Occhionero, potrà chiarire quale fosse la reale portata dei documenti sottratti.

BANCHE E SOCIETÀ
I fratelli Occhionero erano riusciti a violare cinque account di American Express, due di Allianz Bank, due di Mediolanum, nove di Banca Intesa, dieci di Unicredit, uno di Bank of America, quattro di Fideuram, due di ByBank e poi una per Cariparma, Civibank, Csebanking, Fineco Webank. Tra le email compromesse ce n'è una della Camera dei Deputati, due del Senato, una del ministero degli Esteri e una della Difesa. Mentre sono quattro gli account violati del server dell'Agenzia delle Entrate. Dieci gli indirizzi email delle Poste italiane dei quali i fratelli Occhionero possedevano anche le password, cinque di Trenitalia e quattro di Alitalia. Nell'elenco anche Reale Mutua e Italiana assicurazioni.

POLITICI E ISTITUZIONI
Per quanto riguarda i politici gli elenchi non erano stati aggiornati, perché nell'elenco sequestrato ai due indagati, che adesso negano ogni addebito, Denis Verdini è ancora catalogato tra gli esponenti del Pdl, insieme a Luca D'Alessandro e Paolo Bonaiuti. Così come, nel capitolo Partito democratico, tra gli altri c'è anche il nome di Stefano Fassina, che ha lasciato il Pd nel 2013. Poi ci sono le email di alcune regioni, della Camera, del Consiglio nazionale del notariato, di studi notarili, di commercialisti, architetti, società di recupero crediti, consulenti finanziari e aziende di costruzioni.