Che vuol dire? Che tra le forze dell’ordine non esiste malcontento?
«Altroché se esiste. Da gennaio 2011 subiamo il blocco di stipendi e contratto. Un appuntato con 30 anni di servizio guadagna 1.400 euro netti al mese. Personalmente vengo da una storia di battaglia in difesa dei diritti. Ma so quando e come manifestarli. Anzi, a Grillo che ci sollecita a non proteggere più questa classe politica chiedo: perché non sostiene le nostre ragioni in Parlamento, con i suoi deputati e senatori?»
Perché abbassare gli scudi a piazza Castello? Proprio in quel punto della città la situazione era tutt’altro che tranquilla.
E dopo?
«Poi i manifestanti più facinorsi si sono spostati davanti alla sede del Comune. E gli stessi finanzieri si sono rimessi il casco e hanno caricato. Lo vuole sapere il paradosso?»
Quale?
«Che lo stesso personale della Guardia di Finanza, fino a poco prima applaudito, è stato bersagliato da grida: ”Siete dei nostri, fate come i vostri colleghi: toglietevi i caschi!”».
E non ve li siete tolti?
«No, perché in quel momento non si poteva né si doveva. Noi siamo i primi a vivere sulla nostra pelle i disagi di un lavoro faticoso e mal pagato. Dal 2011 gli assegni di funzione sono bloccati, e sul nostro stipendio arrivano in media 1.300 euro in meno all’anno. Per non parlare del blocco delle promozioni e dell’assegno per i dirigenti. L’ultimo contratto delle forze dell’ordine risale al 2009 e non se ne parlerà almeno fino al 2015. La politica ha scelto altro: il finanziamento di costose missioni all’estero o l’acquisto degli F35. Per i nostri mezzi, in Val di Susa, non ci sono neanche i soldi per pneumatici antineve».
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