Da Johnny lo Zingaro a Paolo Pinna, un'estate di fughe dal carcere

Da Johnny lo Zingaro a Paolo Pinna, un'estate di fughe dal carcere
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Mercoledì 9 Agosto 2017, 19:41 - Ultimo aggiornamento: 10 Agosto, 00:12
Un giovane condannato per duplice omicidio e una ladra di 37 anni. Uno in Sardegna, l'altra in Piemonte, accomunati dallo stesso destino: essere finiti in carcere ed essere riusciti a fuggire. E questo è avvenuto solo nelle ultime ore, andando ad accrescere una lista che nel giro di pochi mesi è aumentata in maniera clamorosa.

Paolo Enrico Pinna, 19enne condannato a 20 anni per il duplice omicidio di Gianluca Monni, 19 anni (ucciso la mattina dell'8 maggio 2015 a Orune), e della sparizione di Stefano Masala, 29enne di Nule, in Sardegna, è fuggito dal carcere minorile di Quartucciu (Cagliari), probabilmente scavalcando un muro di cinta con una scala. Pinna è stato catturato dai carabinieri poche ore più tardi.

Una donna italiana di 37 anni, arrestata per furto, dopo aver ottenuto un permesso di 12 ore per incontrare i figli, non ha fatto più ritorno al carcere delle Vallette, a Torino. La donna sarebbe dovuta rientrare martedì sera, entro le 21, ma ha fatto perdere le sue tracce.

Pochi giorni prima, altri due casi molto simili, sempre a Torino. Il 6 agosto un 18enne tunisino, accusato di rapina, ha approfittato di un permesso premio per fare shopping in centro e non ha più fatto ritorno nel carcere minorile Ferrante Aporti. Nello stesso istituto, poco prima, era scappato un 19enne colombiano, anch'egli detenuto per rapina, dopo essere uscito per un permesso di 8 ore per incontrare la fidanzata.

Dinamica simile, stessa conclusione a Cremona, dove il 7 agosto un detenuto cileno è fuggito dalla Casa Circondariale approfittando di un permesso premio.

A Livorno un detenuto di 40 anni, Luca Lupo, condannato per un omicidio commesso durante una rapina, ha fatto perdere le sue tracce dopo aver approfittato di un permesso premio di dieci giorni. Nel carcere delle Sughere la sua fuga è stata accolta con grande stupore, visto che Lupo, condannato a 20 anni di reclusione, ne aveva solo altri due da scontare. Inoltre, durante la sua permanenza in carcere è stato sempre descritto come un "detenuto modello", cosa che aveva spinto il giudice ad assegnargli il permesso.

Attimi di paura si sono vissuti il 3 agosto a Chieti, dove il 23enne di origini albanesi Davide De Gaetano, ricoverato al policlinico Santissima Annunziata dopo esersi schiantato con un'auto rubata durante un inseguimento con la polizia, ha aggredito i due agenti che lo piantonavano in reparto ed è riuscito a fuggire.

Un'altra incredibile fuga è stata messa a segno a Civitavecchia lo scorso 30 luglio, quando due detenuti (Luca Leke, di 31 anni, arrestato per droga e rapina e Marku Osvaldi, 22 anni, con precedenti per furto aggravato e ricettazione) sono riusciti a lasciare la casa circondariale "Nuovo complesso", sembra utilizzando delle lenzuola legate fra loro. Solo uno di loro, Leke, è stato catturato il giorno successivo, mentre di Osvaldi si sono perse le tracce.

L'8 luglio è invece fuggito dal carcere di Volterra (Pisa) il 55enne tunisino Ismail Kammoun, condannato per aver ucciso un uomo a Palermo. L'uomo non ha fatto ritorno da un permesso premio di 10 giorni. Anche lui veniva considerato un detenuto modello.

Per non parlare di quella che probabilmente è stata l'evasione che ha suscitato più clamore: quella di Giuseppe Mastini, detto “Johnny lo Zingaro”. Mastini, in carcere dal 1975 (aveva 15 anni) e condannato all'ergastolo per omicidio, il 30 giugno è fuggito dal carcere di Fossano (Cuneo) allontanandosi con la complicità di Giovanna Truzzi, anche lei detenuta, ma ai domiciliari. Entrambi sono stati catturati a Taverne d’Arbia, in provincia di Siena, il 25 luglio. Mastini si rese protagonista di altre evasioni, ancor più spettacolari. Nel 1987 fu arrestato insieme alla sua compagna, Zaira Pochetti, dopo essere fuggito dal carcere approfittando di un permesso per buona condotta: durante la sua fuga rubò diverse auto, rapinò benzinai, sequestrò una ragazza, sparò contro una pattuglia di agenti, uccidendo la guardia Michele Giraldi, ferì un brigadiere dei carabinieri. Si arrese infine nelle campagne di Mentana, ormai circondato da agenti e carabinieri.
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