Emergenza neve, bollettini sottovalutati all'origine dell'inferno

Emergenza neve, bollettini sottovalutati all'origine dell'inferno
di Rosalba Emiliozzi e Valentina Errante
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Domenica 22 Gennaio 2017, 10:20 - Ultimo aggiornamento: 23 Gennaio, 10:13
Un solo errore che dall'inizio dell'anno, con le nevicate ininterrotte per settimane, si è perpetuato, senza che un intervento adeguato arginasse una situazione diventata in fretta incontrollabile: la sottovalutazione dell'allerta meteo, in una zona sismica, coinvolge l'intera catena di comando. Dai sindaci, che avrebbero potuto chiedere poteri speciali e utilizzare i mezzi dei privati per liberare le strade dalla neve, ai presidenti delle provincie fino ai governatori di Abruzzo e Marche. Tutti coinvolti nella gestione del territorio, per quella gerarchia che, dalla Protezione civile porta a fino Palazzo Chigi.

La coscienza del punto di non ritorno arriva troppo tardi e la racconta l'email urgente inviata alle 13.30 del 18 gennaio dalla Provincia di Pescara alla Prefettura, alla presidenza del Consiglio, alla Regione, ai Vigili del Fuoco e alla Protezione civile. Si chiedeva una turbina per liberare le strade provinciali, anche nella zona di Farindola, dove la slavina ha travolto l'hotel di Rigopiano. Del resto solo un giorno prima il governatore dell'Abruzzo, Luciano D'Alfonso, aveva chiesto lo stato d'emergenza, approvato dalla giunta il 19 gennaio. E adesso, in quelle zone, dove da troppo tempo manca anche la luce, si contano le vittime e aumentano gli sfollati, si valuta il pericolo slavine. Ieri è stato evacuato l'hotel Panorama a Pretoro (Chieti) dove si trovavano in 150, tra bambini e professori. Ottomila gli uomini della Protezione civile in campo, 3mila mezzi e 28 elicotteri.

LA EMAIL
Alle 13,30 del 18 gennaio, quattro ore prima della slavina, il presidente della provincia di Pescara invia un messaggio disperato: «Le scosse telluriche verificatesi negli scorsi minuti hanno determinato una situazione di panico diffusa soprattutto nelle persone che, a causa delle difficoltà prima segnalate, si sono trovate nell'impossibilità di abbandonare le proprie abitazioni». La Provincia dichiara così lo stato di emergenza, ma occorre il timbro della giunta regionale. Nel messaggio inviato anche a palazzo Chigi, a poche ore dal disastro, si chiede «di avere a disposizione immediatamente mezzi turbina» oltre a «viveri e beni di necessità da inviare alle località più isolate, carburante da utilizzare per i generatori di corrente».

ANZIANI
Secondo i dati della Protezione civile sono cinque le vittime in Abruzzo, una a Castel Castagna, trovata mercoledì, due a Crognaleto e una a Campotosto, recuperate venerdì, una a Rocca Santa Maria. Ai quali vanno aggiunti i due anziani morti intossicati a Brittoli, comune pescarese, al buio da due giorni, hanno acceso un generatore di corrente per scaldarsi.

Intanto l'interruzione dell'erogazione dell'elettricità continua a isolare migliaia di persone: nelle Marche sono circa 600 le utenze ancora non funzionanti, 27mila in Abruzzo (20mila a Teramo, 4mila a Pescara, 3mila a Chieti).

LE MONTAGNE
Rischio slavine in Abruzzo e nelle Marche. Ad Acquasanta Terme, nell'Ascolano, evacuati 22 residenti delle frazioni di Pozza e Umito che non volevano lasciare le loro abitazioni. In una della 54 frazioni, a San Gregorio dove vivono sei anziani, dopo cinque giorni senza elettricità e 5 metri di neve una donna 80enne è andata in ipotermia: allertati i soccorsi. Ad Arquata del Tronto, nella «frazione Colle pericolo slavina» dice il sindaco Aleandro Petrucci. E sempre a Colle recuperati 16 tra agricoltori e pastori rimasti bloccati dalla neve dopo aver rifocillato gli animali. Nel Maceratese, a Castelsantangelo sul Nera, monitorato il fiume che dopo il sisma ha triplicato la sua portata. Situazione drammatica a Valle Castellana, nel Teramano, sommersa da tre metri di neve: isolata da 4 giorni, senza elettricità e senza più viveri. Le pessime condizioni meteo hanno rallentato l'evacuazione con gli elicotteri. Trasportate ad Ascoli Piceno trenta persone, l'evacuazione è proseguita ieri via terra, con convoglio di mezzi cingolati del 9/o reggimento alpini e del 6/o reggimento genio dell'Esercito. Salvate finora circa 50 persone e si conta di poterne evacuare altre nella notte.

Ieri Protezione Civile regionale e Comando Unità Tutela Forestale Ambientale e Agroalimentare hanno comunicato che l'Appennino abruzzese è a rischio 4 su 5 (forte) per caduta valanghe. A Campotosto (L'Aquila) saranno utilizzati droni per esaminare la frana sul Monte Corno che ha fatto scattare l'allarme nella frazione di Ortolano, evacuata dopo la slavina innescata dalle scosse. Da Capitignano (L'Aquila) circa 160 abitanti trasferiti in autobus all'Aquila: ordinanza di evacuazione per una settimana per neve e scosse.

SFOLLATI
Sono salite a 12.360 le persone assistite dalla Protezione civile da agosto: 7.144 nelle Marche, 2.082 in Umbria, 597 nel Lazio e 2.537 in Abruzzo. Venerdì la cifra è cresciuta di quasi mille unità. In Abruzzo risulta un incremento di 728 persone ospitate negli alberghi di Giulianova, mentre altre 23, di Ortolano, frazione di Campotosto, sono state accolte in alberghi a L'Aquila; nelle Marche in 171 sono stati trasferiti nelle strutture comunali; nel Lazio sono in dieci, mentre in Umbria si contano 25 sfollati.

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