Droghe leggere, scontro tra ministri. Lorenzin rivuole la Bossi-Fini, Orlando frena: «Le carceri scoppiano»

Droghe leggere, scontro tra ministri. Lorenzin rivuole la Bossi-Fini, Orlando frena: «Le carceri scoppiano»
di Silvia Barocci
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Venerdì 14 Marzo 2014, 11:46 - Ultimo aggiornamento: 14:14
E’ trascorso un mese esatto da quando la Corte Costituzionale ha bocciato la legge Fini-Giovanardi che aveva equiparato le droghe pesanti a quelle leggere, contribuendo in tal modo a riempire le gi sovraffollate carceri italiane di spacciatori di cannabis puniti con la stessa durezza riservata a quelli di cocaina o di eroina. La questione è tutt’altro che chiusa. Anzi, rischia di diventare la prima grana per il governo Renzi.



L’EMERGENZA

Il ministro della Salute Beatrice Lorenzin porterà oggi in Consiglio dei ministri un decreto legge sulle droghe non condiviso dal collega della Giustizia Andrea Orlando. Perché, di fatto, il testo reintroduce le tabelle sulle sostanze stupefacenti previste dalla Fini-Giovanardi e, di conseguenza, farebbe rivivere la stretta sulle droghe leggere. Il Guardasigilli, alle prese con l’emergenza carceri, trova inaccettabile un simile passo indietro. Fonti di Via Arenula, nella tarda serata di ieri, assicuravano che gli uffici tecnici erano al lavoro alla ricerca di un compromesso. Certo è che in Cdm Orlando ha tutta l’intenzione di discutere e di approfondire un testo che, se passasse nella versione originale, farebbe tramontare la speranza di alleggerire i penitenziari italiani (61mila detenuti su 47 mila posti).

All’indomani della bocciatura della Fini-Giovanardi, il Dap aveva stimato in circa 8-10mila i detenuti potenziali beneficiari della distinzione tra droghe pesanti e leggere con conseguenti pene più basse per le seconde. Ma il numero sarebbe realisticamente più basso, anche perché la decisione sulla scarcerazione non sarebbe automatica ma assunta, caso per caso, dal giudice dell’esecuzione sulla base del principio della pena più favorevole al reo. Questa “carta” Orlando ha tutta l’intenzione di giocarsela a Strasburgo (assieme a misure già adottate come i decreti svuota-carceri e altre in fase di conversione come i ddl sulla custodia cautelare e sulla messa alla prova). Il rischio è che dal 28 maggio l’Italia incorra in multe salatissime da parte della Corte europea dei diritti dell’uomo.



LA SALUTE

La questione presenta indubbiamente un risvolto ideologico. La politica sulle droghe è un terreno non facile di confronto tra Pd e Ncd, cui rispettivamente appartengono Orlando e Lorenzin. Il ministro della Salute, dal canto suo, ritiene «necessario ed urgente» un intervento «per diradare le nebbie» di «migliaia di operatori sanitari e di pazienti». La sentenza della Consulta ha infatti avuto come conseguenza la cancellazione delle due tabelle sugli stupefacenti che censivano anche le nuove droghe sintetiche classificate negli ultimi anni. Da qui la necessità di ritornare alle vecchie tabelle e alle vecchie norme che - a detta del ministro Lorenzin - sarebbero state bocciate dalla Consulta solo «per motivi procedurali», vale a dire per le improprie modifiche che furono introdotte in sede conversione in legge. Col risultato, però, che ciò che è uscito dalla porta (della Consulta) rischia di tornare dalla finestra (di Palazzo Chigi).
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